Giuseppe Conte e Khalifa Haftar sono riuniti da pochi minuti a Palazzo Chigi quando irrompe la notizia dell'appello dei presidenti di Turchia e Russia Recep Tayyip Erdogan e...
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Conte vede Haftar a Roma, Al Serraj cancella l'incontro. Erdogan-Putin: «Cessate il fuoco»
Avrebbe voluto dirlo di persona in serata anche a Fayez al Sarraj, atteso alle 18.30 a Roma per suggellare un doppio incontro che avrebbe rilanciato il ruolo dell'Italia nello scacchiere libico. Ma mentre Haftar è ancora seduto nel salottino di Palazzo Chigi, per un colloquio lungo quasi tre ore, l'ambasciatore libico a Bruxelles fa sapere che il premier libico annulla l'incontro. E scoppia il caso che in serata contatti con Tripoli cercano di far rientrare. Sarraj, che in mattinata vola a Bruxelles, era informato - assicurano fonti italiane - che Haftar fosse a Roma: il generale dovrebbe fermarsi nella capitale due giorni. A indurlo a cancellare l'incontro con Conte e far ritorno a Tripoli senza fare tappa a Roma, secondo le stesse fonti, potrebbe essere stata la «fake news», diffusasi in Libia, che proprio Roma potesse essere la sede di un incontro con il generale della Cirenaica.
L'altra ipotesi, accreditata da altre fonti, è che Sarraj non abbia gradito la precedenza data ad Haftar e temuto un riposizionamento dell'Italia in favore del generale.
Dopo un'ora l'ingente apparato di sicurezza e le tante auto di scorta vengono allertate perché il colloquio sembra agli sgoccioli, ma prosegue. Ad Haftar il premier manifesta un fermo disappunto per l'attentato alla caserma dei cadetti libici e l'idea che l'azione militare non porti a nulla. Il premier ha contatti continui e un colloquio in serata con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, costantemente informato del dossier libico, su cui l'iniziativa spetta al governo, e sulla situazione in Iraq. Mattarella nel suo ruolo di capo supremo delle forze armate ha molta attenzione per la sicurezza dei nostri militari nelle aree in cui operano. È quella la priorità, ribadisce a nome del governo il ministro Lorenzo Guerini. Sul piano diplomatico l'impegno dell'Italia è per favorire la de-escalation (dopo la telefonata di Guerini con il capo del Pentagono Mark Esper).
Sulla missione in Iraq ogni possibile evoluzione - sottolineano dal governo - viene gestita dall'Italia confrontandosi con coalizione, Usa e Iraq in primis. La situazione è critica, l'intera area è una polveriera, dal governo trapelano timori. E dal Pd emerge qualche preoccupazione sul fronte interno anche per gli attacchi di parte del M5s agli Usa («Trump ha osato oltre ogni limite», ha detto Emanuela Del Re). Conte anche per questo - con un'iniziativa che sarebbe stata secondo alcune fonti poco gradita a Luigi Di Maio - decide di chiamare alla condivisione e alla responsabilità tutte le forze parlamentari, convocando maggioranza e opposizione per un tavolo venerdì mattina (ma l'incontro potrebbe slittare) a Palazzo Chigi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero