Coronavirus, i comuni bresciani scrivono a Conte: ora tamponi a tappeto su medici, infermieri e volontari

Brescia - I comuni bresciani sono sul piede di guerra e hanno inviato un appello al Presidente del Consiglio, al Presidente di Regione Lombardia e al Capo Dipartimento della...

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Brescia - I comuni bresciani sono sul piede di guerra e hanno inviato un appello al Presidente del Consiglio, al Presidente di Regione Lombardia e al Capo Dipartimento della Protezione Civile in merito all'emergenza Coronavirus. In pratica il Consiglio di Presidenza dell’Associazione Comuni Bresciani, di cui il sindaco Gabriele Zanni è presidente, ha redatto e approvato all’unanimità  un documento con il quale chiede il monitoraggio e assistenza domiciliare più attenta delle persone con sintomi da Coronavirus a casa perché non ospedalizzate. «Bene le Unità Speciali istituite da ATS, ma questa è una strada da perseguire con più decisione, anche in collaborazione con reti territoriali e Comuni, in particolare Uffici di Piano dei Comuni».




In secondo luogo chiedono «effettuazione screening/tampone per categorie di persone più esposte a contagio o con alto rischio/probabilità di essere state contagiate (medici, infermieri, personale RSA, personale impiegato in assistenza domiciliare anche di disabili, persone venute a contatto con contagiati positivi, o che pur non diagnosticati hanno sintomi riconducibili a Covid-19)».

Nel documento si menziona l'urgenza di avere garanzie sulla  fornitura continua «e in base ai fabbisogni giornalieri di DPI per il personale sanitario e socio sanitario e categorie più a rischio» e «attenzione per una quarantena/isolamento delle persone dimesse dalle strutture ospedaliere, con individuazione di soluzioni alloggiative dedicate ad esclusione delle RSA».

I sindaci chiedono al governo di studiare una sorta di fase due di questa drammatica situazione, «che ha lacerato profondamente ognuna delle 205 Comunità della nostra Provincia». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero