Cicchitto, il futuro di Forza Italia, e il sogno di un nuovo bipolarismo

Cicchitto, il futuro di Forza Italia, e il sogno di un nuovo bipolarismo
Un tweet perfetto di Gianfranco Rotondi: "25 anni fa @berlusconi vinceva le elezioni politiche. A piazza del Gesù, sede della Dc, si commentó: un fenomeno...

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Un tweet perfetto di Gianfranco Rotondi: "25 anni fa @berlusconi vinceva le elezioni politiche. A piazza del Gesù, sede della Dc, si commentó: un fenomeno passeggero, durerà poco". Invece è durato tanto e lo slogan della kermesse celebrativa di Forza Italia, sabato a Roma, è all'insegna di questo slogan: "Una grande storia, un grande futuro". Che il futuro ci sia davvero è tutto da vedere, ma che il berlusconismo sia una lunga vicenda entrata nella grande storia italiana è indubitabile. Ne parla Fabrizio Cicchitto, che è stato uno dei protagonisti e delle menti pensanti del partito berlusconiano, nel libro più completo e più problematico finora dedicato a questo argomento: "Storia di Forza Italia, 1994-2018" Rubbettino editore). Cicchitto, già esponente di spicco del Psi, è uscito da tempo da Forza Italia, ma ne rispetta così tanto la storia che in questa fase non fa che ripetere: "Se il,partito azzurro resta fermo ad aspettare Godot, cioè Salvini con cui allearsi ma Salvini non ne ha affatto intenzione, morirà e finirà questa storia cominciata 25 anni fa". Un giudizio secco, ma tutt'altro che strampalato. A Cicchitto piacerebbe la creazione di un nuovo bipolarismo virtuoso, l'unico capace a suo avviso di battere il vento sovranista e populista che soffia fortissimo in Italia. Infatti il suo voluminoso libro - in cui la storia del movimento berlusconiano s'intreccia con i ricordi personali dell'autore, che è stato vice coordinatore nazionale e presidente dei deputati - si conclude così: "Ci sarebbe un gran bisogno di due soggetti politici del tutto nuovi, con nuovi leader, uno che esprime il centro moderato, popolare solidarista, l'altro la sinistra riformista. Un contributo verrà forse dal mondo cattolico?". L'importante è che non si torni - come se non ci fosse stato il berlusconismo e tutto il resto - alla vecchia Dc. Ma tanto è impossibile.
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Il Messaggero