Samantha Cristoforetti in collegamento con l'ambasciata Usa a Roma: «Sull'Iss continua la collaborazione internazionale». Nelson, Nasa: «Moduli italiani e astronauti europei sulla Luna»

Samantha Cristoforetti dallo spazio a via Veneto, dalla Stazione internazionale all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma: «Quassù continua la collaborazione...

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Samantha Cristoforetti dallo spazio a via Veneto, dalla Stazione internazionale all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma: «Quassù continua la collaborazione internazionale (fra americani, europei e russi, ndr) perché ognuno può mettere le proprie competenze al servizio di un progetto comune che coinvolge tante persone di tanti paesi. La "legacy" (tradizione, eredità, ndr) dell'Iss è più forte di quanto avviene sulla Terra». Questa volta l'astronauta dell'Agenzia spaziale europea è affiancata, durante il collegamento (inflight call) dall'orbita bassa (400 chilometri), dagli amici astronauti della Nasa, Kjell Lindgren, Bob Hines e Jessica Watkins: l'occasione è ghiotta. In tour a Roma c'è il 79 ex astronauta e senatore democratico Bill Nelson che dall'anno scorso è l'ammistratore della Nasa, ovvero il responsabile dei 25 miliardi di dollari che il governo americano stanzia per le missioni spaziali tra le quali spicca su tutte Artemis che riporterà l'uomo sulla Luna. Nelson, con il razzo Sls che forse vede finalmente un po' di luce in fondo al tunnel dei ritardi, rafforza in questi giorni i legami storici fra Italia e l'Europa con la Nasa che già si appoggia a SpaceX di Elon Musk per la fase dell'allunaggio. Ma le risorse  non bastano mai ed ecco allora che riparte lo scambio: tecnologia (leggi: moduli abitativi per astronauti) in cambio di posti fra gli equipaggi che forse fra 3 o quattro anni lasceranno le impronte dei loro stivali sulla polvere lunare.

Nelson, scortato dalla vice Pam Melroy, già comandante dello Shuttle con cui volo anche Paolo Nespoli, presente in ambasciata, ha già incontrato i ministri, Vittorio Colao, Giancarlo Giorgetti e Luigi Di Maio e una firmato ieri un accordo per il progetto di un villaggio lunare con il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Giorgio Saccoccia. Il giorno aveva incontrato in Olanda il direttore generale dell'Esa, Josef Aschbacher.

I moduli italiani

 

Il modulo progettato dall'Italia potrebbe arrivare sulla superficie lunare fra il 2026 e il 2027. Lo ha detto oggi a Roma il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Giorgio Saccoccia, a margine dell'incontro presso l'ambasciata degli Stati Uniti con l'amministratore capo della Nasa, Bill Nelson , e la sua vice, Pamela Melroy. All'indomani dell'accordo bilaterale firmato con la Nasa, che affida all'Asi la progettazione del primo modulo abitativo e destinato alla ricerca sulla superficie Lunare, Saccoccia rileva che sarà un primo passo fondamentale, che anticiperà l'intera architettura della missione Artemis».

Il viaggio di Nelson ha anche lo scopo di rendere evidente la solidità dell'alleanza fra Usa ed Europa in fatto di spazio nel periodo in cui l'aggressione della Russia all'Ucraina richiede un fronte comune pure per sostituire i contributi a missioni e progetti (vedi Exomars) che prevedevano la collaborazione dell'agenzia spaziale russa Roscomos.

 

Paolo Ricci Bitti

 

 

«Alla fine del 2025 prevediamo di avere la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna», ha detto NelsonDiventa così sempre più stretto il legame fra la Stati Uniti, Italia ed Europa nel campo spaziale, soprattutto dopo la rottura delle collaborazioni fra Europa e Russia, come ha rilevato Nelson. È un'intesa forte, che riguarda prima di tutto la Luna e poi Marte, con il supporto americano alla missione ExoMars, che l'Esa avrebbe dovuto lanciare con la Russia e per la quale è cessata la collaborazione in seguito all'invasione dell'Ucraina da parte russa. «Questo è un momento veramente importante per le relazioni spaziali fra Italia e Stati Uniti», ha osservato Saccoccia. «L'Italia è uno dei Paesi tradizionalmente impegnati nella collaborazione con la Nasa per la realizzazione dei moduli logistici per la Stazione Spaziale Internazionale e con l'Esa siamo coinvolti anche in Gateway», ha aggiunto riferendosi alla futura stazione spaziale nell'orbita lunare. «Adesso gli Stati Uniti ci riconoscono un ruolo di leadership anche in questo settore», ha aggiunto riferendosi all'accordo per la progettazione dei primi moduli abitativi per Luna, chiamati Lunar Surface Multi-Purpose Habitation (MPH).

Un accordo che è «una grande opportunità per l'Italia e per la sua industria», ha detto l'astronauta Paolo Nespoli a margine dell'evento. «Indubbiamente l'Italia in passato ha sviluppato, molto velocemente e molto bene, la capacità di progettare e realizzare moduli abitativi», ha aggiunto riferendosi ai moduli della Stazione Spaziale, oltre la metà dei quali sono realizzati dall'Italia. Proprio la realizzazione di questi moduli aveva aperto la via alla possibilità di far volare astronauti italiani sulla Stazione Spaziale, grazie a un accordo bilaterale Asi- Nasa.

Adesso la realizzazione dei moduli lunari potrebbe aprire agli astronauti italiani nuove opportunità per le missioni lunari? «Questo dipenderà molto da come sono impostati i contratti, mi aspetto per l'Italia - ha detto Nespoli - un ritorno a livello nazionale e in termini di investimenti».

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Il Messaggero