Nancy Brilli: «Mia madre morì quando ero bambina, a 18 anni mi facevo del male: mio figlio mi ha salvato dall'idea della morte»

L'infanzia, l'adolescenza e gli amori. L'attrice: "Prima di mio figlio, potevo morire in qualunque momento, mi andava bene così"

Nancy Brilli: «Mia madre morì quando ero bambina, a 18 anni mi facevo del male: mio figlio mi ha salvato dall'idea della morte»
«Da adolescente ero arrabbiata, mi sembrava tutto ingiusto ciò che era capitato: mia madre è morta quando ero una bambina e, dopo la sua morte, mio padre non...

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«Da adolescente ero arrabbiata, mi sembrava tutto ingiusto ciò che era capitato: mia madre è morta quando ero una bambina e, dopo la sua morte, mio padre non c’era mai. Il soprannome “gramigna” mi fu affibbiato da una zia, diceva che crescevo come una selvaggia», racconta Nancy Brilli in un'intervista al Corriere della Sera «Di fronte a un’ingiustizia da parte di persone prepotenti, non sono una che subisce. Reagisco ai soprusi, anche a quelli subiti da persone a me vicine. Una mia amica veniva picchiata dal marito, ma non diceva niente, subiva zitta e buona. Un giorno sono andata a casa sua molto risoluta e ho aggredito quel maledetto: mi sono beccata uno schiaffo da lui, ma sono riuscita a portare via la mia amica».

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La madre morta

«Io non riuscivo a capire la sua malattia. Rimasi sorpresa un giorno a scuola, dove tutti mi trattavano molto bene, tutti gentilissimi, poi scoprii che mamma era morta quel giorno. Prima della sua scomparsa eravamo una famigliona, poi il vuoto assoluto, non c’era più nessuno a darmi una carezza. Ho vissuto la sua morte come se fosse avvenuta per colpa mia, non l’ho accettata, un blocco totale. Sono cresciuta con mia nonna paterna, molto maschilista, tutte le sue attenzioni erano rivolte a mio fratello. Era autoritaria e non sopportava i miei lunghi capelli biondi: erano impegnativi, ma tanto belli, e me li tagliò».

Autolesionismo

Un'adolescenza non facile. «A 18 anni sono arrivata all’autolesionismo: provocarmi tagli, graffi, strapparmi i capelli... un modo per provare dolore fisico e placare la sofferenza interiore. Negli anni ho tentato di sbloccarmi con l’ipnosi e dopo vari tentativi sono riuscita un po’ a superare almeno l’angoscia. Solo grazie alla nascita di mio figlio Francesco ho accettato l’idea di avere un futuro: prima di lui, potevo morire in qualunque momento, mi andava bene così... poi, con il suo magnifico arrivo nella mia vita, ho deciso di andare avanti».

Gli amori

Mamma con due matrimoni alle spalle, una lunga convivenza e una storia d’amore burrascosa... «Con Massimo Ghini ci siamo sposati per allegria, e siamo amici. Il secondo matrimonio, con Luca, è stato importante e lui sarà sempre presente nella mia vita. Con Roy De Vita è rimasta un’idea di famiglia. Ivano Fossati era eccessivamente geloso: una volta mi allenta uno spintone e gli ho mollato un calcio molto forte. Io, nelle discussioni, cerco di essere ragionevole, ma se mi parte la brocca... Fa parte del mio carattere romano».

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Il Messaggero