Maurizio Costanzo e la sua Roma: il bar al Flaminio, il teatro ai Parioli e il lungo rapporto con il Messaggero

La base della sua prima famiglia è nel mega comprensorio di Villa Riccio dove ancora vive Flaminia la ex moglie e dove sono cresciuti i due figli

Maurizio Costanzo e la sua Roma: il bar al Flaminio, il teatro ai Parioli e il lungo rapporto con il Messaggero
Via Borsi, ovvero Teatro Parioli. Così un luogo di spettacolo è diventato non solo in salotto tivvù, non esclusivamente la seconda o prima casa di Maurizio...

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Via Borsi, ovvero Teatro Parioli. Così un luogo di spettacolo è diventato non solo in salotto tivvù, non esclusivamente la seconda o prima casa di Maurizio Costanzo ma una sorta di sede distaccata del Parlamento (“Se Porta a Porta è la terza Camera del Parlamento, il Parioli out almeno candidarsi  per essere la quarta?”, scherzava lui) anzi di più: una piazza dove sono nate grandi battaglie civili - quella anti-mafia soprattutto e infatti l’indietro, a via Ruggero Fauro Cosa Nostra tentó di far saltare in aria Maurizio - è da chi sono stati lanciati vip e super personaggi perché “io mi diverto a fare il talent scout”, diceva Costanzo.

Capitava di incontrarlo a bar, nel vicino quartiere Flaminio, visto che la base della sua prima famiglia è nel mega comprensorio di Villa Riccio dove ancora vive Flaminia la ex moglie e dove sono cresciuti i due figli - e lui ti diceva anche se non eri nessuno: “Hai il capello così pazzo che devi venire a sventolarlo una sera al Parioli”. Lì al Maurizio Costanzo Show sono stari lanciati  Platinette, Sgarbi e tanti altri. Il garantismo modello Pannella ha avuto al Parioli la sua tribuna (“A Costa’ e fiamme parla’!”, diceva Marco) ma sempre da partì  la famosa puntata in cui Costanzo dal Parioli, Santoro dal teatro Biondo di Palermo “processarono” Falcone con gli attacchi intrecciati del giudice Galasso e di Leoluca  Orlando all’eroe anti mafia.

 

La vita ai Parioli

La piazza del Parioli è diventata la piazza d’Italia nel suo mix tra il colloquiale, il folk, la spettacolarizzazione e l’impegno. Costanzo si è inventato in quel luogo  il nazional-popolare di sinistra. Se Baudo era il testimonial dell’Italia moderata, Costanzo con il Costanzo show è stato il simbolo di certo progressismo non radical chic ma alla portata di tutti tra campagne umanitarie e  crociate  laiche. Il proto-veltronismo è nato qui. E sempre dal Parioli deriva l’avvicinamento di Costanzo al Campidoglio nelle  stagioni del centro sinistra compresa la parentesi Grillina perché lui andava d’accordo andava consigli a Virginia  Raggi. Questa sua romanità - di cui il Parioli è stato una pietra miliare - non poteva non averlo portato a collaborare con Il Messaggero. Lo spazio in basso in prima pagina è sempre stato suo e lui diceva: “Non riesco neanche a pendere il caffè al mattino, se prima non ho letto il nostro giornale”. E parlava appunto del Messaggero.

30 giugno 1996 - Il primo pezzo del Diario di Costanzo

 

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Il Messaggero