Matthew Perry, quando nella autobiografia scriveva: «Gli amici mi chiamano Matty e dovrei essere morto»

L'attore di "Friends", morto a 54 anni, e un libro angosciante: i genitori separati, il successo mondiale

Matthew Perry, quando nella autobiografia scriveva: «Gli amici mi chiamano Matty e dovrei essere morto»
Matthew Perry lo sapeva già. «Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere...

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Matthew Perry lo sapeva già. «Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere morto». Inizia così l'avvincente storia dell'acclamato attore statunitense, morto tragicamente in casa a Los Angeles. Il suo libro autobiografico «Friends, amanti e la Cosa Terribile» è uscito a livello mondiale nel 2022 e pubblicato in Italia da La nave di Teseo.

Matthew Perry e la morte, il libro

 

È un memoir intimo e illuminante, brutalmente sincero, divertente e a tratti tragico, che offre una mano tesa a chiunque stia lottando per la sobrietà. Perry accompagna il lettore in un viaggio che va dalla sua infanzia, segnata dal desiderio di emergere, al raggiungimento della fama e poi alla dipendenza e al recupero, dopo essere stato in fin di vita. Prima delle frequenti visite in ospedale e dei periodi di disintossicazione, c'è stato un Matthew di cinque anni, che viaggiava da Montreal a Los Angeles dividendosi tra i genitori separati; un Matthew di quattordici anni, stella del tennis canadese; un altro Matthew ancora, che a ventiquattro anni ha ottenuto l'ambitissimo ruolo da co-protagonista nel cast della serie più attesa del momento, allora chiamata «Friends like us» (divenuta poi famosa in tutto il mondo col titolo di «Friends»)... e molti altri ancora.

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Nelle pieghe di una storia straordinaria che solo lui poteva scrivere - e con la voce appassionata, esilarante e calorosamente familiare che lo caratterizza -, Matthew Perry racconta senza reticenze la famiglia che lo ha cresciuto (e che lo ha anche lasciato a se stesso), il desiderio di riconoscimento che lo ha spinto verso la fama e il vuoto interiore, che non poteva essere colmato nemmeno dalla realizzazione dei suoi sogni più grandi. Ma racconta anche la pace che ha trovato nella sobrietà, e come ha vissuto l'immenso successo di «Friends», condividendo aneddoti sui suoi compagni di cast e sulle altre star che ha incontrato lungo il cammino. Schietto, consapevole e venato dall'umorismo che abbiamo imparato a conoscere, Perry descrive in modo vivido la sua battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe e il motivo per cui, nonostante avesse apparentemente tutto, nulla riusciva a renderlo felice.

 

ENRICO RUGGERI

«Ho letto il suo libro, non un capolavoro, ma un triste spaccato di un mondo nel quale solitudine, angoscia, denaro e star system si rincorrono in un vortice con un finale già scritto». Lo scrive su X Enrico Ruggeri, ricordando l'attore americano. «Eppure - prosegue Ruggeri nella sua riflessione - con gli amici di Friends ha rasserenato più di una generazione».

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Il Messaggero