OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Cappellini, crinoline, tenacia esemplare e grinta indomabile: è Matilda De Angelis, femminista ante-litteram del XIX secolo nella serie Netflix La legge di Lidia Poët (disponibile dal 15 febbraio sulla piattaforma). Ispirata a un personaggio realmente esistito, la prima donna italiana entrata nell'Ordine degli Avvocati ma espulsa solo perché femmina, ambientata nella Torino di fine Ottocento e interpretata anche da Edoardo Scarpetta, Pier Luigi Pasino, Sara Lazzaro, la serie in 6 godibilissimi episodi diretti da Matteo Rovere e Letizia Lo Martire mescola generi diversi: thriller, commedia, storia d'amore, poliziesco.
CICLONE
E al centro di tutto c'è la protagonista, un autentico ciclone a cui Matilda, 27 anni e una carriera inarrestabile (ha appena interpretato per Amazon la serie Citadel dei fratelli Russo) presta carisma e ironia: Lidia Poët che, dopo aver presentato ricorso contro l'espulsione dall'Ordine, fece l'avvocata come assistente del fratello vincendo cause e risolvendo casi difficili. Un personaggio di due secoli fa «ma destinato a risuonare nel nostro presente in cui c'è ancora tanto cammino da fare per raggiungere l'uguaglianza di genere», dice Rovere, anche produttore con la sua Groenlandia.
PREGIUDIZI
Anticonformista, sessualmente libera, incapace di accettare le imposizioni della società del tempo, Lidia-Matilda deve scontrarsi contro discriminazioni e pregiudizi anti-femminili. «Tra cent'anni queste cose non esisteranno più», dice in un episodio della serie. «Ma oggi la disparità esiste ancora anche nel mio lavoro, a cominciare dal gap salariale», s'infervora De Angelis, «è un tema, questo, denunciato molto più all'estero che in Italia ma le ingiustizie contro le donne si manifestano anche a livello meno evidente, in forma più sottile». A cosa si riferisce? «Alle discriminazioni espresse senza cattiveria ma tacitamente accettate, come il complimento non gradito, l'aggettivo "bella" associato al sostantivo attrice». E lei deve difendersi spesso? «Sono fortunata, mia madre mi ha educata a rispondere. Subisco poco le discriminazioni. Sono sempre stata una grande testa di c...». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero