Marina Cicogna morta a Roma, la contessa simbolo del cinema italiano aveva 89 anni. Al suo fianco Benedetta, la compagna di una vita (e figlia adottiva)

L'artista si è spenta a Roma, nella sua casa vicino via Veneto

Marina Cicogna morta a Roma, la contessa simbolo del cinema italiano aveva 89 anni. Al suo fianco la compagna di una vita
Il cinema dice addio a Marina Cicogna, prima produttrice del mondo a vincere un Oscar (nel 1970, per il film di Elio Petri ”Indagine su un cittadino al di sopra di ogni...

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Il cinema dice addio a Marina Cicogna, prima produttrice del mondo a vincere un Oscar (nel 1970, per il film di Elio Petri ”Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”), premiata quest’anno con un David di Donatello alla carriera. Aveva 89 anni e, malata di cancro, è morta nella sua casa di Roma, in via Porta Pinciana, nel letto di legno appartenuto alla madre Annamaria assistita dalla compagna Benedetta Cicogna, da lei adottata 20 anni fa.

 «Il mondo ha cercato di darmi delle etichette, ma ho sempre vissuto come ho voluto», ha sempre detto. Sempre libera e anticonformista, nata in una famiglia aristocratica e nipote del Conte Giovanni Volpi di Misurata che nel 1932 fondò la Mostra del Cinema di Venezia, fotografa e protagonista del jet set internazionale, Marina è stata amica di Aristotile Onassis, Maria Callas, Jakie Kennedy, Gianni Agnelli, Mick Jagger e delle star di Hollywood. Ebbe flirt con Warren Beatty e Alain Delon e visse per oltre vent’anni con Florinda Bolkan, l’attrice brasiliana di ”Indaginer” e ”Metti una sera a cena”.

Marina Cicogna, la vita


Di Marina era uscita quest’anno l’autobiografia "Ancora spero" (Marsilio). E a lei due anni fa è stato dedicato il documentario Marina Cicogna - la vita e tutto il resto diretto da Andrea Bettinetti. Nata il 29 maggio 1934 dal conte Cesare Cicogna Mozzoni e dalla contessa Annamaria Volpi di Misurata, la produttrice ha avuto una vita scandita da successi e dolori, come il suicidio del fratello Bino, avvenuto nel 1971, e la rovina finanziaria della madre Anna Maria Volpi di Misurata. Tra i suoi film ”Teorema” di Pier Paolo Pasolini e ”Metti una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, «La classe operaia va in paradiso» di Elio Petri, «Uomini contro» di Francesco Rosi, «Mimì metallurgico ferito nell'onore», «Film d'amore e d'anarchia» di Lina Wertmuller, «Fratello sole, sorella luna» di Franco Zeffirelli,«C'era una volta il West» di Sergio Leone. Il suo rimpianto? «Ho mollato il cinema troppo presto, quando gli americani rifiutarono di fare film come ”Il Conformista”, ”Ultimo tango a Parigi”, ”Portiere di notte”: preferivano le commedie di Alberto Sordi e Nino Manfredi. Ma io non avrei dovuto scoraggiarmi», raccontava. Definiva la sua vita "la testimonianza di un'epoca ormai finita allìinsegna della creatività nel cinema, nell'arte, nella letteratura. Poi il mondo è peggiorato. E quello attuale non mi piace". L'incontro più importante? "Con il produttore David O. Selznick che accese in me, ancora giovanissima, la voglia di fare cinema. E ho fatto un cinema straordinario con tutti i grandi".


Anticonformismo

Marina visse sempre le proprie scelte sessuali alla luce del sole. E 40 anni fa, quando l’omosessualità non era stata ancora sdoganata, non nascose la sua relazione con Bolkan: "Nessuna trasgressione, fu una scelta naturale. Non ho mai sentito il bisogno di sbandierare o nascondere il mio orientamento sessuale", spiegava.

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Il Messaggero