Libero De Rienzo, il giallo della droga: dal cellulare le risposte sulle ore precedenti la morte

Ricostruire le ore precedenti alla morte. Analizzare i contatti presenti nel cellulare trovato nella sua abitazione nel quartiere Aurelio a Roma. Chiarire le cause del decesso ed...

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Ricostruire le ore precedenti alla morte. Analizzare i contatti presenti nel cellulare trovato nella sua abitazione nel quartiere Aurelio a Roma. Chiarire le cause del decesso ed eventuali assunzioni di sostanze stupefacenti. Su queste direttrici prosegue l'attività di indagine della Procura di Roma in relazione alla tragica fine dell'attore Libero De Rienzo trovato privo di vita da un amico la sera di giovedì. E che gli amici del liceo Mamiani piangono e ricordano come 'dolcissimo e pieno di vità. 

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De Rienzo, attese risposte dal cellulare

Al momento il primo tassello da fissare è l'orario e il giorno preciso della morte. Secondo una prima valutazione, che dovrà essere confermata dall'autopsia che verrà svolta nei primi giorni della prossima settimana, l'artista napoletano dovrebbe essere morto 24 ore prima dal suo ritrovamento. Oltre all'esame esterno della salma, i magistrati della Procura capitolini hanno disposto esami tossicologici. Da questi accertamenti, i cui risultati arriveranno nelle prossime settimane, si potrà accertare se il protagonista del film «Fortapasc» abbia assunto sostanze stupefacenti. Sul punto la famiglia ha però affermato che il 44enne non faceva più uso di droghe da tempo. Obiettivo di chi indaga è «perimetrare» le 48 ore precedenti alla morte di De Rienzo. In questo ambito risposte importanti arriveranno dall'analisi dello smartphone dell'attore. Il telefono verrà analizzato per controllare i contatti che De Rienzo ha avuto nei giorni passati. 

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De Rienzo, posti i sigilli alla casa

Parallelamente gli investigatori hanno apposto i sigilli della abitazione e hanno ascoltato alcuni vicini di casa e testimoni per ottenere elementi utili alle indagini da chi ha incontrato o ha avuto modo di parlare con l'attore prima del tragico epilogo. Una morte che ha sconvolto gli amici di una vita, quelli del liceo Mamiani: «Era dolcissimo e pieno di vita, divertente, aveva sempre la battuta pronta» e incarnava veramente l'animo e lo spirito napoletano, racconta Martina Luisetti, ex studentessa del liceo negli stessi anni di Libero De Rienzo, nato a Napoli ma poi cresciuto nella capitale. Martina ora vive in Inghilterra e anni fa ha aperto il gruppo Facebook «Liceo classico statale Terenzio Mamiani» per ritrovare i compagni di scuola. «Sapeva leggere le persone, era sensibile ma anche forte, un amico vero», racconta all'ANSA Martina ammettendo che la sua prima cotta fu proprio per Picchio. Libero De Rienzo viene ricordato dagli amici, addolorati per la scomparsa, come un ragazzo molto intelligente. Leggeva molto ed era in prima linea nell'impegno sociale e politico degli anni studenteschi e nelle famose occupazioni del Mamiani. «Siamo choccati perché uno vitale e con il sorriso pronto come Picchio non può morire. La sua morte - prosegue Martina - ci ha davvero colpiti perché è simbolica. Rappresenta, infatti, tutto ciò che era per noi il Mamiani: lo studio e il divertimento, l'impegno politico, le amicizie che durano per una vita». 

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Libero De Rienzo agli occhi dei compagni di scuola non è cambiato neanche diventando un attore famoso. «Era un grande, un immortale, uno che saliva sul palco per ricevere i David di Donatello e cominciava a parlare di problemi mondiali e di sangue che sgorga in altri paesi lontani da noi», racconta ancora Martina. «Una voce che ancora sento riecheggiare in cortile», scrive nel gruppo Facebook Caterina ricordando il compagno di scuola. Qualcun altro rievoca il sorriso e la giacca mimetica verde di Picchio, qualcun altro l'educazione e la simpatia. Picchio lo ricordano tutti, non solo i compagni della classe ma anche quelli di altre sezioni, gli insegnanti, perfino alcuni genitori. «Se ne è andato un pezzo degli anni più belli», scrive Chiara nel gruppo Facebook. «Chiudo gli occhi e lo vedo allegro sulle scale del Mamiani a scherzare con tutti, come se il tempo non fosse mai passato», aggiunge Marta.

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Il Messaggero