Lavrov, la platea scoppia a ridere dopo le sue parole: «La responsabilità del conflitto è dell'Occidente»

Il ministro degli Esteri russo, comunque, non si è scomposto e, dopo un secondo di interruzione, ha continuato il suo discorso.

Lavrov, la platea scoppia a ridere dopo le sue parole: «La responsabilità del conflitto è dell'Occidente»
Non sono riusciti a trattenere le risate, nonostante il contesto formale della conferenza Raisina Dialogue in corso a Nuova Delhi. In un video diventato virale si vede il ministro...

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Non sono riusciti a trattenere le risate, nonostante il contesto formale della conferenza Raisina Dialogue in corso a Nuova Delhi. In un video diventato virale si vede il ministro degli Esteri Sergey Lavrov attribuire la responsabilità del conflitto in Ucraina all'Occidente, che «l'ha iniziata e sta usando gli ucraini contro di noi».

Prima che Lavrov finisse di parlare, la platea è scoppiata in una fragorosa risata a cui si è aggiunto qualche urlo di dissenso, a sottolineare l'assurdità dell'affermazione. Il ministro degli Esteri russo, comunque, non si è scomposto e, dopo un secondo di interruzione, ha continuato il suo discorso.


 


Lavrov sul G20

Il G20 «è interessato solo all'Ucraina» ed «è una vergogna»: lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov intervenendo al «Raisina Dialogue». «Ho chiesto ai miei amici indiani, ai miei amici indonesiani che hanno presieduto il G20 e a quelli che hanno presieduto prima dell'Indonesia, se il G20 abbia mai riflettuto sulla situazione in Iraq, Libia, Afghanistan o Jugoslavia nelle sue dichiarazioni, perché il G20 è stato formato nel 1999 a livello dei ministri delle Finanze e dei governatori delle banche centrali», ha affermato Lavrov secondo la Tass.
 

«Ma a nessuno importava. Ora, dopo che la Russia ha iniziato a difendersi dopo anni di avvertimenti, il G20 è interessato solo all'Ucraina. E' un peccato e questa politica fallirà», ha dichiarato ancora il capo della diplomazia della Russia, le cui truppe hanno invaso l'Ucraina. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero