Due bimbi di spalle e sullo sfondo le montagne del Nepal. A dieci anni dall'incidente mortale con il paracadute che ha ucciso Pietro Taricone, Kasia Smutniak sceglie di...
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Taricone, 10 anni fa la morte del “guerriero": il volo, lo schianto, il dramma
Ora che Taricone non c'è più, Kasia ha fondato una onlus dedicata all'ex compagno e porta avanti un progetto di solidarietà per quella comunità asiatica. È lei a raccontarlo: «Siamo stati una volta sola in Mustang io e Pietro. Una volta sola. E tanto è bastato per innamorarsi di quel posto, della cultura, della gente…Non avrei mai pensato che esattamente 8 anni dopo sarei tornata, da sola con una figlia, per costruire una scuola!Tutto e cominciato da Pietro. Un giorno è tornato a casa con un’idea, una delle sue tante idee pazze, urlando “Andiamo in Nepal!».
«Non so per quale motivo, forse spinto dalla curiosità pura, forse dalla lettura di un libro o di qualche articolo, o forse semplicemente guardando National Geographic che ha sentito parlare dell’antico regno del Mustang e ha deciso di partire. Perché Pietro era così, puro istinto con la curiosità di un bambino, e la voglia matta di fare tutto subito. È riuscito persino a trovare una persona che ci era stata più volte in Mustang, ci aveva abitato, lavorato e ne parlava con grande entusiasmo. Ci è venuta la curiosità di conoscerlo anche per capire meglio di cosa parlasse e alla fine abbiamo deciso di andare a incontrarlo», scrive.
Il Messaggero