Maurizio Battista: "Porto Giulio Cesare al cinema: tra tradimenti, Ztl e Pontina la sua storia è anche nostra. Quelle pause pranzo con Clooney"

Dal 3 aprile (con una sontuosa anteprima romana al Moderno lunedì 31) Maurizio Battista torna al cinema con Tu Quoque: il suo ritorno al futuro riporta - dopo un incidente sull'Appia Antica - un romano di oggi (molto somigliante al comico) nei giorni della congiura contro Giulio Cesare: lo intervistiamo, quindi, proprio a largo Torre Argentina dove il Divo cadde per mano del figliastro Bruto. Una parodia per dire "che le cose non sono così diverse tra 44 avanti Cristo e 2025 dopo..."

La tournée dei sold out prosegue, dopo i due mesi romani a cavallo di Capodanno, ma Maurizio Battista ora si concentra sull'uscita al cinema con la distribuzione Nexo di Tu Quoque e...

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La tournée dei sold out prosegue, dopo i due mesi romani a cavallo di Capodanno, ma Maurizio Battista ora si concentra sull'uscita al cinema con la distribuzione Nexo di Tu Quoque e prodotto da Ballandi Srl in collaborazione con Lml Group Srls e Alma Srl, diretto da Gianni Quinto, che firma soggetto e sceneggiatura assieme allo stesso Battista (il Messaggero è tra i media partner): il comico romano si cimenta con il fascino che esercita su di lui la figura di Giulio Cesare e la concentra sui giorni della congiura di Bruto. Inserisce tra i personaggi dell'ultima fase della dittatura del Divo Giulio (Calpurnia, Bruto, Cicerone) proprio questo moderno romano precitato per una magia spazio-temporale tipica del cinema, alla Ritorno al Futuro. 

"In mezzo ai problemi di Cesare, il mio personaggio parecchio ispirato alla mia vicenda, mi sono trovato a mio agio: quando suggerisco agli architetti di ampliare la Pontina, anzi di raddoppiarla esprimo un desiderio che nel weekend i carri allora e le nostre auto ora non siano costrette alla fila per andare al mare. Eppoi, proprio Giulio introdusse una disciplina di ingresso nella città dei mezzi di trasporto che somiglia parecchio alla Ztl"

Il personaggio di Battista è uno sconfitto dalla vita, inseguito da piccoli debiti, il più grande però è cn il figlio (il giovane e bravo Guglielmo Poggi): "Vorrebbe di più da questo padre squattrinato che sembra poco attento verso di lui. Anche Cesare si trova solo, nonostante Calpurnia si un'ottima moglie. Con le donne e non solo Giulio Cesare ha fatto un bel po' di confusione: anche io, lo racconto a teatro e nel cinema perché credo abbia senso davvero sempre e solo essere se stessi, raccontare il proprio villaggio".

Maurizio spesso ricorda i suoi molteplici matrimoni e le vicissitudini legali intrinseche nelle separazioni: diventa maestro del grande retore e avvocato Cicerone, cui illustra i vantaggi di buttarsi nel settore matrimonialistico... "Capirà anche lui che all'avvocato conviene". 

Buona parte del film è girato in uno dei luoghi di eccellenza mondiale del cinema: il set dell'Antica Roma di Cinecittà. "Tre settimane in cui abbiamo capito che privilegio fosse essere lì. E condividere le pause set con troupe internazionali: facevamo pausa pranzo con George Clooney. Sono che loro mangiavano con un catering da chef stellato". 

Il Bruto attentatore del patrigno è il cantante e attore Marco Conidi, con cui scherza a distanza: "Me serviva uno Bruto davvero... Non te la prende', Marco, ma eri perfetto".

Certi passaggi del film sono anche malinconici: "Quando guardo quell'uomo che per essere finalmente riconosciuto deve tornare indietro di 2.000 anni, mi fa tenerezza".  

 

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Il Messaggero