Diane Keaton rivela in un libro il suo dramma segreto: un fratello malato di mente abbandonato e trascurato in tutti gli anni in cui l'attrice e musa di Woody Allen inseguiva...
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Woody Allen, restaurato "Io e Annie”: nelle sale dopo supervisione stesso regista-attore
Mentre Diane viaggiava per il mondo girando film con registi famosi, Randy viveva in squallida solitudine, bevendo fino a perdere i sensi, terrorizzato dagli aerei che volavano bassi sopra la sua casa e preda di manie suicide che una volta lo portarono a tentare di uccidersi col gas in un garage. «Fratello e Sorella» è per Diane una forma di espiazione ma anche il suo contributo a far sì che malattie mentali gravi come quella di Randy vengano affrontate senza pregiudizi e con un atteggiamento di apertura. «Molte famiglie passano quello che abbiamo attraversato noi. Perché io non l'ho esplorato quando ero ancora in tempo?». Randy soffre di demenza e Parkinson. Vive in clinica e le fantasie violente, come quelle documentate in una lettera alla sorella inclusa nel libro in cui immagina voler uccidere una donna, sono sempre più rare. Gli ultimi dodici anni hanno ammorbidito le sue paure e temperato l'ambizione sfrenata di Diane, così fratello e sorella, per la prima volta da quando dormivano nella stessa camera da bambini dividendo un letto a castello, hanno cominciato a passare tempo assieme.
«Volevo essere una diva. Volevo che tanta gente, tanti sconosciuti, mi amassero», scrive la Keaton: «Randy era all'opposto. Più andava avanti più diventava il barbone della strada, la chiacchiera del vicinato». Le cose sono cambiate. In una intervista al Washington Post l'attrice di «Io e Annie» racconta il suo rituale di ogni domenica quando va a trovare il fratello nella clinica. «Quando poteva camminare andavamo a prendere il gelato. Ora lo spingo sulla sedia a rotelle. Voglio avere una chance di essere una sorella migliore». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero