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Tutto è durato non più di un minuto e mezzo. Hanno sfondato la vetrata con uno scooter, tre-quattro colpi ben assestati per crearsi un'entrata vicino all'ingresso principale. Una volta dentro hanno puntato alle casse, arraffando poco meno di 300 euro e fuggendo via non prima di appropriarsi anche di un computer e di un amplificatore con decoder. È il terzo furto nel giro di 48 ore a Latina: indaga la Polizia. Dopo i due episodi registrati in una pizzeria di Latina Scalo e in una di Latina nella notte tra lunedì e martedì, questa volta a finire nel mirino dei ladri è stato un bar, il Gran Caffè Maira di via Piave, a pochi passi dalla discoteca Makkeroni.
Erano circa le 4 di giovedì quando i due malviventi sono entrati in azione, avvalendosi di uno scooter per buttare giù la vetrata al fianco dell'ingresso principale: mentre uno di loro attendeva in piedi, l'altro ha utilizzato il 125 come ariete per farsi strada. Una volta dentro, è stato proprio quest'ultimo a scavalcare il bancone e fiondarsi verso una delle casse, mentre il suo complice metteva a soqquadro il resto del locale. Un'azione fulminea, durata non più di un minuto e mezzo e interamente registrata dalle telecamere di sorveglianza, mentre l'allarma suonava incessantemente.
Durante la ripresa i due hanno ancora il casco in testa, ma il loro volto è quasi completamente visibile e dalle immagini si evince con chiarezza l'origine straniera, anche dalla lingua utilizzata per parlarsi in quei brevi istanti. I cassetti dei due registratori di cassa contenenti in tutto non più di 300 di spicci, oltre ad un computer e un amplificatore con decoder: questo il bottino dei due malviventi, ma soprattutto «il danno di averci costretto a chiudere per l'intera giornata, oltre ovviamente a quelli provocati alle vetrate» spiega uno dei proprietari dell'attività a conduzione familiare, gestita da sua sorella e che già qualche giorno fa aveva registrato un tentativo simile. Immediata la denuncia alla Polizia, con gli agenti della Scientifica accorsi per prendere le impronte e cercare di risalire all'identità dei ladri.
Il Messaggero