Un giallo internazionale con Roma nel cuore

Un giallo internazionale con Roma nel cuore
IL THRILLER«Un'alba livida, riflessa sul mare, stava spuntando nel cielo sopra la spiaggia di Fregene. Luce color ghiaccio, venata di azzurro marcio». È una delle tante...

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IL THRILLER
«Un'alba livida, riflessa sul mare, stava spuntando nel cielo sopra la spiaggia di Fregene. Luce color ghiaccio, venata di azzurro marcio». È una delle tante frasi-omaggio che Enrico Vanzina, sceneggiatore, autore di testi per il teatro, giornalista e scrittore, dedica a Roma e dintorni nel suo secondo libro giallo, Il mistero del rubino birmano (Newton Compton, 181 pagine, 12 euro).

Max Mariani, ex-avvocato con la passione delle ragazze a pagamento, che gira in Porsche e ama la bella vita indipendentemente dai soldi di cui dispone, è ancora il protagonista. Con la sua vita torrida e insieme rilucente, si ficca in un affare internazionale senza farsi mancare un quasi innamoramento per Tatiana, aristocratica, sensuale, cocainomane, una donna «da grandi alberghi», comunque attratta da lui.
Il thriller è cucinato con tutti gli ingredienti che obbligano alla lettura “d'un fiato”. Ci sono gli arrivi, le partenze, gli spari, i profumi esotici di Sòfia, la maledizione di un gioiello rosso sangue, le sedute di sesso dalle quali lui e lei riemergono appagati e quasi desiderosi di passare al sentimento. Ci sono le riflessioni filosofiche del detective smagato che occhieggia ai capostipiti della sua razza, nonché gli ossimori - piacevolissimi - che aggiungono immediatamente un'immagine alla descrizione letteraria («Finalmente due facce amiche», esclamò, sfoderando un sorriso autenticamente falso).

Ma ciò che rende pregevole la scrittura di Vanzina sono proprio le digressioni romane, quel suo conoscere da vicino, con occhio cinematografico e anima quirite, le piccole-grandi cose della città, i cieli pallidi e quelli ardenti, l'allegria della gente a primavera, l'anonima piacevolezza di Piazza delle Muse, la brezza fresca che annuncia «educatamente la sera». Ancora, le spiagge tirreniche incapaci di rassegnarsi al disastro dei tempi, gli alberghi neotrendy dalle parti di Santa Maria Maggiore, gli ultimi poveri ma belli che prendono a calci una lattina, e con essa la noia, in un parco pubblico. È Roma il vero amore di Mariani e Vanzina, il loro peccato, la loro voglia. I due affrontano gangsters e ragazze a gettone, indagini pericolose e delinquenti dal volto umano, per potersi concedere, in tutta pudicizia, stralci di poesia capitolina. «E il tempo stava inesorabilmente per scadere. Facendomi notare con angoscia che non ce n'era più per un'altra vita. Appunto, quella di quel ragazzo capace di ridere, di leggere senza ragione e di guardare le rondini... Una vita di quartiere, ma sul serio, fatta di viaggi da un'edicola a un tabaccaio, da un bar a un cinema. Viaggi, però, liberi come quelli degli eroi dei romanzi».
R.S.
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Il Messaggero