Marcuzzi, il postino con schede elettorali e indicazioni di voto

Marcuzzi, il postino con schede elettorali e indicazioni di voto
 Una campagna elettorale con l'ombra del voto di scambio, quella per le amministrative del 2020 a Terracina. È quanto tratteggiato dagli inquirenti in uno dei...

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 Una campagna elettorale con l'ombra del voto di scambio, quella per le amministrative del 2020 a Terracina. È quanto tratteggiato dagli inquirenti in uno dei passaggi dell'indagine che venerdì ha portato agli arresti domiciliari il giostraio Emiliano Suffer, 47enne nativo di Colleferro, e il 49enne terracinese Pierpaolo Marcuzzi, fino a prima vicesindaco ed assessore all'Urbanistica, deleghe ritirate subito dopo il terremoto che ha squassato il Municipio. Suffer, su cui è incentrata la tranche iniziale dell'inchiesta, è accusato di tentata estorsione aggravata in concorso ed istigazione alla corruzione per la vicenda che ruota attorno al luna park nell'area del porto, che lui e i suoi familiari volevano aperto nonostante l'assenza di autorizzazioni. Marcuzzi è invece indagato su tutt'altro fronte per tentata truffa aggravata, falso ideologico e turbata libertà di scelta del contraente, questi ultimi due reati presunti in concorso. A pesare sulla posizione dell'ormai ex vicesindaco, in particolare, i dubbi inerenti una gara d'appalto che si suppone pilotata e i 117mila euro di finanziamenti chiesti dall'amministrazione per il rifacimento della tribuna dello stadio di Borgo Hermada, che si asseriva irrimediabilmente danneggiata dal tornado che nel 2018 devastò la città, mentre secondo un sopralluogo effettuato dagli investigatori avrebbe subìto lesioni minime. Ma dalle pieghe dell'inchiesta è emerso anche altro, benché non contestato al fine dell'adozione della misura restrittiva: si ipotizza che in prossimità delle urne per racimolare consensi Marcuzzi abbia promesso, direttamente e tramite interposta persona, «utilità consistenti in servizi e autorizzazioni amministrative di competenza del suo assessorato».

Rivelatrice, in tal senso, è ritenuta una telefonata carpita dagli investigatori: «() Sta carico, bello carico ha detto sì ma poi me lo date il permesso gli ho detto metti sti due voti che famo usci subito il permesso per la sanatoria, gli ho detto guarda se metti questi due voti qua che stai apposto, apposto dai è una bella cosa» dice un tecnico a Marcuzzi, il quale replica con un laconico «okay». Scrive inoltre il gip del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nell'ordinanza di custodia cautelare: «Le intercettazioni documentano come si recasse quasi quotidianamente presso l'ufficio elettorale del Comune a ritirare tessere elettorali che poi consegnava di persona agli elettori». Anche in questo caso è reputata indicativa una telefonata: «Te la faccio io domani mattina e te la porto, tanto vado a farne altre», rassicura Marcuzzi parlando con l'interlocutore di turno. Per poi aggiungere: «Tutti i giorni ne faccio dalle dieci alle quindici e faccio il postino, è il modo migliore per arrivare dentro le famiglie capito». Attività in parte certificata pure dai carabinieri, che un giorno beccano il politico a consegnarne una con tanto di bigliettini elettorali allegati. Un'operazione di smistamento fatta a quanto pare senza alcuna delega, a differenza di quanto affermato da Marcuzzi ai militari. Forse non l'unica del genere.
Mirko Macaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Messaggero