Stranieri e nuovi poveri, boom di senzatetto in città

Stranieri e nuovi poveri, boom di senzatetto in città
Tra una vetrina e l'altra dei negozi del centro, dove il sabato...

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Tra una vetrina e l'altra dei negozi del centro, dove il sabato mattina si va a fare shopping e alla sera si passeggia o si fa aperitivo, spesso si nascondono storie di stenti, miseria e indigenza. Sono quelle dei senza fissa dimora che approfittano dei portici nel cuore della città per trascorrere la notte, vite vissute ai margini della società a causa della povertà che imperversa nel nostro Paese. Non solo tra chi vi è arrivato in cerca di fortuna e tutto ha trovato meno che la buona sorte, ma anche tanti italiani che hanno perso i loro averi e sono finiti a vivere su un marciapiede. È un tema attuale, che riempie le pagine dei giornali e dà argomenti di discussione nei salotti della tv, ma a cui trovare una soluzione sembra impossibile. Proprio come per le panchine di viale Don Morosini, su cui a Latina si è riacceso il dibattito dopo che nelle ultime ore sono state completamente rimosse in vista di un progetto di riqualificazione dell'intera area.

L'ASSESSORE

«Bisogna guardare al di là delle panchine, che sono un po' la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Alla fine ne metteremo di più di quante ne abbiamo tolte» assicura l'assessore al Welfare Michele Nasso, che aggiunge: «Tuttavia, le continue e costanti segnalazioni dei residenti di una zona ormai molto critica da questo punto di vista, imponevan di metterci mano, a beneficio di chi sulle panchine ci dorme, ma anche di coloro che vi abitano attorno». Eppure, mentre la città osserva attenta ciò che accade nelle due aree verdi, sembra distogliere lo sguardo da quello che c'è tutt'intorno.

LE STORIE

Solo nei 350 metri che separano piazza del Popolo da piazza San Marco due uomini, un italiano e un cittadino comunitario, passano notte e giorno per terra: un numero che tende a salire se si passeggia fino a dove corso della Repubblica diventa via Marconi, dopo palazzo M. «Sicuramente quello che stiamo attraversando non è un momento facile, tanto per l'aumento del flusso migratorio di persone in difficoltà quanto per la povertà che imperversa in Italia» testimonia Lisa Coletto, vicecommissario provinciale e coordinatrice della Croce Rossa: «I numeri sono in costate aumento». Tra loro, sempre di più sono quelli di origine indiana, dietro il cui malessere si nasconde «un motivo culturale. Vengono qui per poter aiutare la propria famiglia a distanza, ma quando capiscono di non poterci riuscire si lasciano andare. Molti sono stati vittima di caporalato, altri invece sono arrivati con situazioni di lavoro positive, ma per svariate vicissitudini lo hanno perso: a quel punto subentra l'alcol, che gli toglie forze e intenzioni, rendendo sempre più difficile aiutarli».

VERSO L'INVERNO

«Anche stamattina (ieri, ndr) siamo intervenuti nel centro. Siamo al lavoro per terminare l'intervento di ristrutturazione del dormitorio invernale, per l'emergenza freddo e le soluzioni alternative» risponde l'assessore al Welfare, che assicura che gli occhi del Comune sono puntati sull'intera città e non solo su specifiche aree: «Non sarà facile né breve: qualche volta faremo male, mentre altre faremo bene, ma posso assicurare che siamo operativi al massimo».

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Il Messaggero