Il percorso per la costruzione del nuovo ponte di Genova inizia venerdì 7. Prevede un ruolo da pivot di Autostrade, ma anche una partecipazione importante dello Stato, con...
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Ecco perché venerdì a Genova si incontreranno l’amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci con il suo staff, l’architetto Renzo Piano, il governatore Giovanni Toti, oltre ai vertici di Fincantieri. Formeranno un consorzio per la ricostruzione: sulla base del progetto che nei giorni scorsi Piano ha offerto alla città, sarà realizzato il nuovo ponte che sostituirà quello di Morandi.
ACCELERAZIONE
Questa accelerazione di fatto supera le resistenze di una parte del governo, a partire dal vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, che ha sempre detto no all’ipotesi che a costruire il nuovo ponte possa essere Autostrade. Ma nell’idea del consorzio c’è anche una mediazione, in fondo: viene coinvolta Fincantieri, società pubblica di grande dinamismo che potrebbe essere al timone del progetto mentre Autostrade avrà appunto il ruolo di pivot. Va ricordato che l’articolo 3 della convenzione con cui fu affidate la gestione delle infrastrutture autostradali alla controllata di Atlantia, prevede espressamente un ruolo per il gestore in casi come questi alla voce «Obblighi del concessionario». Il 18 agosto, nel corso di una conferenza stampa a Genova, fu proprio Castellucci a spiegare che Autostrade aveva l’obbligo di ricostruire il ponte e che poteva farlo in otto mesi. Quella proposta fu accolta con disappunto dal governo. Di Maio ha sempre risposto che Atlantia non può partecipare alla ricostruzione: «Non ci fidiamo, metta a disposizione i soldi, ma l’opera deve essere realizzata da un’azienda di Stato come Fincantieri». Al di là dei proclami, però, da venerdì si lavorerà sul consorzio per la costruzione del nuovo ponte, peraltro aperto anche ad altri soggetti. Prima di partire, però, dovrà esaurirsi un’altra delicata operazione: la demolizione dei due tronconi non crollati, ma pericolosi, di Ponte Morandi. Si tratta di un intervento che durerà almeno un mese, che sacrificherà anche i palazzi sottostanti nella parte est della città. Finito quel passaggio, Genova, per la quale Toti e Bucci hanno chiesto una legge speciale, spera di aprire il nuovo cantiere perché davvero l’emergenza possa terminare nel minor tempo possibile. Ripartendo dalle parole pronunciate da Piano in occasione della presentazione del progetto con i 43 “lampioni” che ricordano le 43 vittime: «Facciamo presto, ma non in fretta». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero