Manovra, ecobonus sui conti correnti: lite sugli sgravi per le mamme

I due cantieri della manovra, ossia il decreto fiscale e la legge di bilancio vera e propria, proseguono senza sosta. Modifiche ed emendamenti continuano ad arrivare e ad essere...

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I due cantieri della manovra, ossia il decreto fiscale e la legge di bilancio vera e propria, proseguono senza sosta. Modifiche ed emendamenti continuano ad arrivare e ad essere prodotti di continuo dallo stesso governo e dalla maggioranza che lo sostiene. In Commissione finanze della Camera i relatori al decreto fiscale hanno presentato un pacchetto di emendamenti che, se approvati, potrebbero portare delle novità rilevanti per chi deciderà di accedere agli ecobonus, gli sconti fiscali per installare una nuova caldaia, delle pompe di calore o dei pannelli fotovoltaici. Già con il decreto crescita, il governo aveva dato la possibilità alle imprese di effettuare uno sconto in fattura ai clienti del 65%, ossia lo sgravio fiscale che il cliente stesso riceverebbe dallo Stato in dieci anni come restituzione di imposta nelle dichiarazioni dei redditi.


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IL MECCANISMO
Ora questa possibilità viene allargata. Chi deve ristrutturare un appartamento e vuole approfittare dell’ecobonus, potrà decidere di indicare un conto corrente sul quale verrà riconosciuto il credito per l’intero bonus decennale e sul quale, anno dopo anno, verranno versate dallo Stato le rate del bonus. Un meccanismo molto semplice che consente di ottenere diversi risultati. Il primo è di allargare gli sgravi per le ristrutturazioni anche ai cosiddetti «incapienti», coloro cioé che hanno redditi bassi e non pagano imposte e, dunque, non possono nemmeno ottenere i rimborsi. Il secondo è di favorire la cessione del credito alle banche. Chi non ha soldi a sufficienza per la ristrutturazione, potrà farseli anticipare da un istituto di credito, che potendo contare su rimborsi diretti su un conto corrente dedicato avrà più facilità a concedere il prestito. Non solo, il meccanismo favorisce anche le imprese più piccole, che non hanno le spalle abbastanza robuste per poter anticipare i soldi ai clienti attraverso lo sconto in fattura.

LA SEMPLIFICAZIONE
La semplificazione dell’ecobonus non è l’unica novità. Ieri il ministro del lavoro Nunzia Catalfo, ha anche annunciato l’intenzione di presentare un emendamento per evitare che le neo mamme lascino il lavoro. Un annuncio che però, ha subito sollevato le proteste da parte del Partito Democratico, alleato di governo dei Cinque Stelle a cui appartiene la Catalfo. La proposta prevede che, estinto il periodo di 24 mesi in cui opera il divieto di licenziamento della lavoratrice-madre al rientro dalla maternità, per i datori di lavoro che le mantengono in servizio viene previsto un esonero contributivo del 100% di tre anni. Per il Pd si rischierebbe di premiare proprio quei datori di lavoro che spingono le donne a licenziarsi. Per la Catalfo si tratta invece di una misura da inquadrare più correttamente nel sostegno alla natalità.


Sempre sul fronte del fisco sono attese novità sui Pir, i piani individuali di risparmio, per semplificare le regole e orientarli verso l’economia reale, e una revisione della stretta sulle ritenute negli appalti e sulle pene per i grandi evasori, che dovrebbero essere ammorbidite, come ha spiegato al Sole 24 Ore il ministro Alfonso Bonafede, per gli omessi versamenti. Mentre la presidente della commissione Finanze, Carla Ruocco, ha smentito che si stia pensando di aumentare le tasse sulle sigarette elettroniche dopo le polemiche innescate dalla Lega e l’allarme lanciato dall’associazione di categoria. Sul decreto fiscale le votazioni riprenderanno comunque lunedì nel tardo pomeriggio, con l’intenzione di chiudere entro mercoledì. Il governo non ha ancora presentato le sue proposte, che non dovrebbero essere molte per il decreto fiscale. Più corposo il pacchetto elaborato dai vari ministeri per la legge di Bilancio: si tratta ancora di oltre 180 modifiche che si sta cercando di sfoltire anche perché, per il numero e per l’entità delle nuove spese proposte, di fatto rappresenterebbero una manovra nella manovra. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero