Liceo Grassi di Latina, i ragazzi: «Ecco la nostra proposta per la Dad»

Liceo Grassi di Latina, i ragazzi: «Ecco la nostra proposta per la Dad»
«Se avessimo continuato lo sciopero non saremmo arrivati a nessuna conclusione, quindi ci sembrava più giusto entrare e rimandare la discussione ad altri...

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«Se avessimo continuato lo sciopero non saremmo arrivati a nessuna conclusione, quindi ci sembrava più giusto entrare e rimandare la discussione ad altri tavoli». Il chiarimento arriva dai rappresentanti del liceo scientifico Grassi di Latina, dopo lo sciopero di lunedì, messo in atto per manifestare contro la decisione di proseguire con una didattica che prevede le classi al 50% in presenza e al 50% in DaD, su rotazione settimanale. Secondo gli studenti la decisione adottata venerdì scorso dal collegio docenti è stata dettata «pensando alla sicurezza, anziché alla didattica».

Ieri i ragazzi hanno incontrato il dirigente scolastico Sergio Arizzi al quale hanno consegnato una lettera con la loro proposta. «L'idea spiega Luca Magazzino, rappresentante degli studenti è quella di mantenere la presenza a scuola del 50% di alunni, ma cambiando il metodo, non più il 50% delle classi in presenza e la metà a casa, ma intere classi a scuola e le altre in Dad. In sostanza chi è a casa per una settimana non riesce a seguire adeguatamente e deve recuperare la settimana successiva al rientro in classe e per chi deve affrontare quest'anno l'esame di maturità diventa complicato». Il problema potrebbe essere legato agli spazi: «Abbiamo pensato anche a questo, dopo una valutazione con il medico competente e l'Rspp che ci hanno assicurato la fattibilità, si potrebbe pensare, in caso di classi troppo numerose, di lasciare 4 studenti a casa ma a rotazione giornaliera».

Nella lettera inviata ai docenti gli studenti spiegano: «Urge dunque trovare una soluzione alternativa che possa garantire una didattica vera ed efficiente. Si crea uno squilibrio enorme tra la metà in presenza e la metà a distanza, data la difficoltà degli insegnanti a coinvolgere attivamente gli studenti, divisi in due modalità incompatibili fra loro. Questo si palesa anche nella sostanziale impossibilità di valutare equamente studenti che sostengono delle prove in modalità a distanza. I problemi logistici, legati alla mancanza di materiale e alla poca stabilità della connessione impediscono lo svolgimento delle lezioni. Non spetta agli insegnanti, come agli studenti, giudicare la sicurezza di un dato piano di rientro, ma bisogna orientare le proprie scelte unicamente in funzione della didattica». «La proposta fatta dai ragazzi sarà oggetto di valutazione e discussione spiega il dirigente bisogna sottolineare che questo è un momento molto particolare in cui sono in corso gli scrutini, ma ci stiamo impegnando per venire incontro alle richieste degli studenti. Voglio precisare che la valutazione dei docenti non è stata fatta in base alla sicurezza, quella spetta a me e ad altre figure tecniche, ma solo sulla didattica».

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Il Messaggero