L'altra faccia della Ville Lumière: il futuro tra grattacieli e vie sospese

L'altra faccia della Ville Lumière: il futuro tra grattacieli e vie sospese
LA MOSTRA PARIGINotre Dame brilla sotto un'immensa campana di vetro e i visitatori quasi sfiorano con le dita i mostri e le guglie, la Torre Eiffel invece è circondata da...

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LA MOSTRA
PARIGI
Notre Dame brilla sotto un'immensa campana di vetro e i visitatori quasi sfiorano con le dita i mostri e le guglie, la Torre Eiffel invece è circondata da passarelle volanti, una ragnatela di acciaio che consente di passeggiare intorno alla Tour senza salirci sopra e soprattutto senza fare le code agli ascensori, e poi i Grands Boulevards, al posto dei platani sfila una prospettiva di grattacieli: Parigi potrebbe essere anche così, meno compassata, più alta, più coraggiosa. Non è un caso che la Cité de l'Architecture abbia dovuto chiamare due disegnatori di fumetti, per immaginare come potrebbe essere Parigi domani, come se l'urbanismo nella Ville Lumière sia ormai roba per sognatori, fantascienza, un'utopia bella da disegnare ma, per carità, assolutamente da non realizzare. La mostra «Revoir Paris» (Rivedere Parigi), ruba il titolo a un album di François Schuiten e Benoît Peeters, autori (disegnatore e sceneggiatore) della bellissima e avveniristica serie «Les Cités Obscures», dove Parigi diventa Pòhry, città riconoscibile e sognata al tempo stesso, in bilico tra Jules Verne, Le Corbusier e un futuro possibile.

IL PROGETTO
Il «manifesto» urbanistico di Schuiten e Peeters è stato applaudito anche da architetti ben ancorati nel mondo della realtà come la superstar Jean Nouvel, che in un video alla fine della mostra dichiara che «occorre accelerare i cambiamenti» contro «una visione politica che dura ormai da decenni». Implicita allusione al progetto della Tour Triangle, un grattacielo trasparente che avrebbe dovuto rivoluzionare lo skyline di Parigi e che è stato invece bocciato dalla giunta comunale. «Gustave Eiffel oggi non potrebbe realizzare la sua torre, non gliela lascerebbero fare» ha denunciato in un'intervista Benoît Peeters. Troppa paura, troppo pochi visionari, troppa attenzione all'«omogeneità» diventata l'unico criterio estetico, l'unico parametro da rispettare.
LA CITTÀ
E invece via all'immaginazione, ecco come potrebbe essere la ville Lumière se potessero ancora metterci le mani Eiffel, o le Corbusier, o l'impassibile prefetto Haussmann, che duecento anni sventrò la città, o magari due autori di fumetti. Schuiten e Peeters, immaginano una città aerea, risolutamente verticale perché la densità continuerà ad aumentare ma che non per questo somiglierà a New York o a Hong Kong, una città che rubi l'immaginazione a Jules Verne e l'audacia a Le Corbusier. Schuiten e Peeters hanno già visto uno dei loro «sogni»realizzarsi: a loro si deve la stazione della metropolitana «Arts et Metiers» a Parigi, sorta di sommergibile color rame, ventimila leghe sotto la metropoli.

Francesca Pierantozzi
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Il Messaggero