Impianti sportivi censimento ultimato: in troppi non pagano

Impianti sportivi censimento ultimato: in troppi non pagano
COMUNENon un bando unico, ma tanti bandi, perché ormai in Comune hanno capito che ogni impianto sportivo ha stime, consistenze, calcolo di lavori necessari per la messa in...

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COMUNE
Non un bando unico, ma tanti bandi, perché ormai in Comune hanno capito che ogni impianto sportivo ha stime, consistenze, calcolo di lavori necessari per la messa in sicurezza, talmente differenti, che non si può fare una gara unica. E, oltretutto, alcuni impianti hanno valori tali che le gare devono andare in Gazzetta ufficiale. Ma tutto sarà comunque svolto entro il 2021, senza fare sconti a quanti hanno occupato beni senza pagare, per anni, con un probabile danno erariale per il Comune, e due società hanno già ricevuto le richieste di indennità di occupazione. A Latina, le società sportive attendono ormai da anni il bando per la concessione in gestione degli impianti sportivi, e l'amministrazione di piazza del Popolo è finalmente in dirittura d'arrivo. Un quadro c'è, illustrato in commissione dall'assessore al Patrimonio, Emilio Ranieri e dal dirigente, Diego Vicaro. Vediamo: di 27 impianti, la procedura attuale ne riguarda in particolare 22 (23, considerando uno spuntato all'improvviso, un campo sportivo in prossimità della Janssen su via dei Monti Lepini, che non era censito, e il Comune non sapeva di avere), ovvero tutti quelli non gestiti direttamente dal Comune (tanto per citare due esempi, la palestra di via Varsavia, o la tensostruttura di via dei Mille). Il lavoro è stato ampio, e ha visto da un lato sopralluoghi ed esami per capire in che condizioni siano gli impianti, dall'altro è stato richiesto il Bilancio a ogni società sportiva, per valutare il volume di affari (il fatturato) sviluppato dall'attività di ogni singolo impianto. Di questi 22 impianti, 16 sono le stime e consistenze concluse e di queste, 6 sono state vagliate per evitare possibili errori e sono quindi pronte per un eventuale bando. C'è poi il tema del fatturato delle società: «Molte hanno fatturati superiori a 100-120mila euro annui», ha spiegato Vicaro. A tutto questo va sottratto il valore di manutenzione e messa in sicurezza da calcolare. Ecco quindi come verrà stabilita la base d'asta: il volume d'affari annuo moltiplicato per il numero di anni della concessione (da 6 a 20 a seconda del progetto sportivo), sottratto il costo della messa in sicurezza. Infine, bisogna anche calcolare i canoni pregressi dovuti da ciascuna società, sulla base dei nuovi valori stimati, da cui sottrarre però eventuali lavori svolti negli anni. E bisogna recuperare questo pregresso, prima che la Corte dei conti ne chieda spiegazioni al Comune. Piazza del Popolo si sta già muovendo: le lettere di richiesta «sono partite per la palestra del tiro con l'arco e per i campi da tennis del Parco Falcone e Borsellino, in quest'ultimo caso per un valore di 5.300 euro annui», ha spiegato Vicaro.

LA... CUCINA

«Dobbiamo mettere ordine in tutto il settore degli impianti, e conoscere bilanci e fatturati è essenziale, anche per comprendere le attività svolte - spiega l'assessore Ranieri - posso dire che in un caso, abbiamo trovato addirittura una cucina industriale con 60 posti a sedere in sala, dove venivano svolte feste per bambini. Intanto però, quasi nessuno pagava il canone e al Comune si rischia il danno erariale». I bandi «usciranno tutti entro quest'anno. Speriamo di fare gare per lotti, ma certo un bando unico non è possibile perché ogni situazione è differente».
Andrea Apruzzese
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Il Messaggero