Il Comitato: «Le Fonderie vanno delocalizzate»

Il Comitato: «Le Fonderie vanno delocalizzate»
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AMBIENTE
ASSISI Passare dalle parole ai fatti. È quanto chiede il comitato di via Protomartiri Francescani di Santa Maria degli Angeli in merito alla tanto sbandierata, in campagna elettorale, delocalizzazione dello stabilimento delle Fonderie F.A. Assisi. «Chiediamo cosa Regione e Comune stiano facendo per attuare la delocalizzazione dello stabilimento. Una risposta la pretendiamo e con sollecitudine, perché sopportare giorno e notte folate di puzza e vedere depositata sui nostri terrazzi e cortili polvere scura, provenienti dall'impianto delle fonderie, ci sta portando al tracollo psichico. Anche questo è un grave danno sanitario».

Il Tar dell'Umbria ha emesso mercoledì l'ordinanza cautelare nel giudizio di impugnazione dell'ordinanza del sindaco di Assisi, che è stata sospesa. «Peccato - dichiarano i membri del comitato - che nell'ordinanza del Tar leggiamo che l'Asl, dopo non aver motivato con dovizia tecnica e scientifica l'ordinanza contingibile e urgente firmata dal sindaco, abbia pure depositato in ritardo le memorie difensive e i documenti. Cosa dobbiamo pensare innanzi a tanta leggerezza difensiva della pubblica salute e abbandono della promessa delocalizzazione?».
Il comitato in più occasioni ha chiesto la delocalizzazione delle ex Fonderie Tacconi, confrontandosi fin dal 2018 con l'amministrazione comunale. Da una serie di incontri con Arpa, Usl, Prefettura, Regione, Fonderie e sindacati è anche scaturito un protocollo d'intesa per il monitoraggio ambientale, partito nel settembre 2020. Il comitato ricorda che le Fonderie sono industria insalubre di prima classe (così riconosciuta con una delibera della giunta comunale dal 1996) per il tipo di lavorazioni svolte: «Vista la dichiarata insalubrità, per legge l'azienda non può stare nel centro dell'abitato di Santa Maria degli Angeli».
Massimiliano Camilletti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero