Dal centro-destra a "consigliere" di Coletta. Bianchi: «Adesso una squadra qualificata»

Vincenzo Bianchi
 Alle spalle del riconfermato Damiano Coletta che scende le scale del Comune per andare verso il bagno di folla che lo attende in piazza del Popolo dopo la vittoria, si vede...

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 Alle spalle del riconfermato Damiano Coletta che scende le scale del Comune per andare verso il bagno di folla che lo attende in piazza del Popolo dopo la vittoria, si vede chiaramente. È Vincenzo Bianchi, politico di lungo corso, al centro delle polemiche per essersi apertamente schierato con il sindaco in campagna elettorale dopo una lunga militanza nel centro-destra: parlamentare di Forza Italia, vice di Ajmone Finestra, presidente della Latina Ambiente quando al governo della città c'era, appunto, il centro-destra.

Non una semplice giravolta - come ha spiegato a più riprese sui social network dove è stato oggetto di numerosi attacchi - «ma una scelta precisa, per fare in modo che Latina andasse avanti e non tornasse al passato». Non avrà un ruolo ufficiale, Bianchi, ma sul campo si è guadagnato quello di consigliere del sindaco ovvero l'uomo in grado di dialogare anche a destra, capace di mettere insieme una lista (Latina 2032) che ha ottenuto il 7% ed elegge due consiglieri, di affrontare una fase delicata come quella di un consiglio comunale dove la maggioranza ce l'hanno gli altri e non il sindaco. «Ma i cittadini hanno scelto il suo programma e ora si deve fare in modo di portarlo avanti. Aver sostenuto Coletta non modifica la mia identità di liberale. Sono onorato di aver dato la mia disponibilità, ho visto cosa aveva fatto il sindaco, quello che era in arrivo e non ho avuto dubbi. È stato capace di ammettere che dopo un inizio non esaltante del mandato ha lavorato per correggere gli errori, è stato confermato al ballottaggio dove è arrivato con determinazione, ostinazione e tanta fiducia sul suo operato oltre alla sulla specchiata moralità».


Resta il fatto che Bianchi è stato parte integrante di quel centro-destra che oggi ha avversato: «Stato, appunto. Ho deciso di dare una mano al sindaco a seguito della sua richiesta, questo mi è costato non pochi attacchi dai leoni da tastiera. Sono stato definito un traditore, ma di cosa? Non sono mai stato coinvolto né reso partecipe delle scelte, forse perché non ho tessere e sono libero». Insomma, qualche sassolino se lo toglie ma concede all'ex alleato Zaccheo l'onore delle armi: «Umanamente ha la mia solidarietà, ma doveva comprendere che la sua candidatura è avvenuta fuori tempo massimo e in una quotidiana bagarre».
Ma adesso cosa consiglia a Coletta? «Consapevole dei numeri in consiglio comunale, per poter dare un governo dovrà aprire alla luce del sole e dare corso al coinvolgimento di tutte le forze politiche per il bene superiore della città, con responsabilità, facendo ricorso ad una squadra di assessori la più qualificata possibile, Latina non può ne deve perdere altri treni, siamo in ritardo di una quindicina d'anni».


Giovanni Del Giaccio
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Il Messaggero