Disabili maltrattati, il processo inizia dopo tre anni di attesa

Disabili maltrattati, il processo inizia dopo tre anni di attesa
IL CASO ALVEAREDisabili maltrattati, il processo inizia dopo tre anni di attesa. Oggi, di fatto, prima udienza dibattimentale davanti al giudice Francesco Loschi per la vicenda...

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IL CASO ALVEARE
Disabili maltrattati, il processo inizia dopo tre anni di attesa. Oggi, di fatto, prima udienza dibattimentale davanti al giudice Francesco Loschi per la vicenda dell'Alveare, la comunità di Torchiagina (Assisi) dove, secondo l'accusa, gli ospiti (tutti con problemi) subivano pesantissimi maltrattamenti. Da chi era legato a una sedia a chi veniva fatto oggetto di lanci di secchi di acqua gelata a chi veniva preso per un orecchio perché non voleva la terapia. A un'ospite fu anche rotto un braccio.

L'operazione del Nas, guidato all'epoca dal maggiore Marco Vetrulli, con tanto di arresti è del giugno del 2016, il primo rinvio a giudizio è dell'aprile del 2018. Il 21 ottobre 2020 la difesa di uno degli imputati chiave, Fulvio Fraternale, eccepiva preliminarmente la nullità della richiesta di rinvio a giudizio per incompleta discovery degli atti di indagine preliminari da parte del pm. Il giudice accoglieva l'eccezione processuale e rinviava gli atti all Procura.
Il processo ripartiva con celebrazione di nuova udienza preliminare. All'udienza preliminare del 25 maggio scorso il Gup Angela Avila rigettava l'eccezione in ordine all'inutilizzabilità delle intercettazioni ed emetteva un nuovo decreto che dispone il giudizio nei confronti di tutti gli imputati.
A giudizio ci sono Maria Grazia Chiarello, Bogdan Radu Gancean, Rosa Piscitelli, Matteo Servello, Antonio Vasta, Mauro Vito, Luisa Moschiano, Alessio Belardi, Fulvio Fraternale, Irene Macrì Fraternale ed Eleonora Bacchi. Hanno sempre tutti respinto le accuse.

Tra le parti civili Alessandro Sisti, a Torchiagina c'era un familiare. «Io ho estrema fiducia- commenta- nella giustizia terrena, e nella corte monocratica di questo procedimento penale. Sono anche un cattolico credente, e sono convinto che Dio punisce il peccatore impenitente. Io e mio padre ci batteremo senza timore, per difendere i 12 angeli feriti della comunità di Torchiagina, in Assisi, come abbiamo sempre fatto in questi anni. Fulvio Fraternale e Irene Fraternale, imputati in questo processo ci hanno contro-querelato, chiedendo a noi i danni, con la superbia che caratterizza Serafino, l'Angelo decaduto. Sono tranquillo».
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Il Messaggero