Coronavirus, il professor Carlo Signorelli: «Si svuotano le terapie intensive, ma per la Fase 2 serve prudenza»

Coronavirus, il professor Carlo Signorelli: «Si svuotano le terapie intensive, ma per la Fase 2 serve prudenza»
«Prosegue la lenta diminuzione dei nuovi casi e dei deceduti per coronavirus. Ma soprattutto continua a calare il numero dei ricoverati nei reparti di terapia intensiva....

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Prosegue la lenta diminuzione dei nuovi casi e dei deceduti per coronavirus. Ma soprattutto continua a calare il numero dei ricoverati nei reparti di terapia intensiva. È quest’ultimo dato quello che a mio avviso rappresenta l’indicazione oggi più importante per valutare l’andamento dell’epidemia». Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene e sanità pubblica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, commenta gli ultimi dati. 


Professore, qualche giorno fa l’Oms ha diffuso i criteri che i Paesi dovrebbero avere per passare alla fase 2.

L’Italia è tanto lontana dal rispettarli?
«Credo che l’Italia, dove l’epidemia si è sviluppata tra i 10 e i 25 giorni prima degli altri Paesi europei e degli Stati Uniti sia invece, in teoria, tra i primi Paesi a poter passare alla fase 2». 

Ma con ancora 2.667 nuovi contagi ha senso parlare di fase 2? 
«Servirebbe ancora un po’ di prudenza perché il calo è stato meno rapido del previsto. Ma poi, a mio avviso, si dovrà prendere qualche rischio calcolato e tentare di ripartire. Naturalmente la scelta sarà politica. Ad ogni modo la ripresa dovrà tenere conto delle esigenze sanitarie ancora necessarie per qualche tempo e delle esigenze del settore economico affinché la crisi non abbia effetti drammatici che poi si ripercuoterebbero sulla salute fisica e mentale della popolazione». 

I test sierologici saranno fondamentali o il non sapere la durata dell’immunità potrebbero renderli inutili? 
«Sarà importante avere a disposizione test sierologici efficaci e questo credo che succederà in tempi brevi. Diciamo che potranno essere utili per le singole persone per sapere se, avendo gli anticorpi, hanno già contratto l’infezione, magari senza essersene accorti. E saranno utili per le attività di ricerca. Invece, mi rimane qualche dubbio su come poterli usare per gli inserimenti lavorativi e per le attività sociali. Quello in cui in questo momento possiamo sperare è in una diminuzione dei contagi con la stagione calda». 

L’ipotesi che con l’estate il virus scompaia o quasi c’è ancora? 
«Molte infezioni respiratorie, tra cui anche l’influenza, hanno un calo nelle stagioni estive. Speriamo che anche per il SARS-CoV-2 sia così. Comunque la bella stagione darà sicuramente una mano in quanto il distanziamento fisico è naturalmente maggiore. In generale, sono le maggiori ore trascorse all’aperto a ridurre significativamente il rischio di contagio. Nei casi in cui non è invece possibile rispettare le distanze minime, almeno per un certo periodo, potremo intervenire con l’uso delle mascherine».

Quanto è alto il rischio di una seconda ondata? 

«In Cina c’è stata una seconda ondata dopo circa due mesi ma eravamo nella stessa stagione. L’ipotesi più probabile è che in Italia possa avvenire in autunno. Quindi dobbiamo proteggerci da questa eventualità attraverso le note misure di distanziamento fisico, igiene personale, galateo respiratorio, ecc.». 
  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero