Insider trading, dalla Consob supermulta alla “rete” dei 21

Insider trading, dalla Consob supermulta alla “rete” dei 21
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ROMA Si erano conosciuti quasi tutti sui banchi dell’università, alcuni anche a Milano, alla prestigiosa Bocconi. E non avevano mai perso i contatti. Anzi, dopo la laurea, i legami si erano stretti ancor più. A tal punto che facevano “affari” insieme, scambiandosi informazioni riservate, approfittando delle posizioni di rilievo che avevano assunto in banche e importanti studi legali. Insomma, erano bene inseriti nel tessuto economico e finanziario e, proprio in virtù di questi rapporti, investivano in Borsa dopo aver intercettato notizie ovviamente riservate. Adesso la Consob, dopo un’attenta indagine e grazie alla collaborazione della Procura di Milano, ha “sterilizzato” la cricca dei 21. Consulenti, avvocati, alti dirigenti di banca che si sono visti irrogare una sanzione complessiva di 4,4 milioni con l’accusa di insider trading sul titolo Buongiorno. 


IL DETTAGLIO

Secondo la Consob i 21 amici - pare che tra loro ci sia anche un ex ufficiale della Guardia di Finanza - abusarono di informazioni privilegiate nel momento in cui l’azienda nipponica Docomo, attraverso la sua controllata tedesca Docomo Deutschland GmbH, lanciò un’Opa volontaria sulle azioni Buongiorno spa, la società di Parma fondata nel 1999 da Mauro Del Rio specializzata in app musicali, gaming e soluzioni di pagamento digitale, che si occupa della creazione e distribuzione di contenuti multimediali per oltre 130 operatori di telefonia fissa, mobile ed internet in 57 paesi sparsi in tutto il mondo. L’operazione al centro della vicenda risale al maggio 2012, quando Borsa italiana diffuse l’informazione sulla promozione dell’Offerta pubblica di acquisto. Ebbene, secondo quanto emerso in seguito, a quel tempo il gruppo di investitori «collegati tra loro» aveva già acquistato i titoli (a una media di 1,4 euro per ciascun titolo a fronte dei 2 euro proposti dell’Opa). I soggetti in questione sono accusati, a vario titolo, di aver rivelato e approfittato, comprando azioni e facendole acquistare a parenti e conoscenti, dell’informazione privilegiata relativa all’Opa per un guadagno complessivo di 970 mila euro: meno di un quarto cioè dell’ammontare complessivo della sanzione. 
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Il Messaggero