Spariscono divieti un po’, come dire, vintage - per esempio quello di «lasciar vagare galline, oche, anitre» per le strade dell’Urbe oppure di...
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Dopo tre anni di incubatrice, la riforma è stata finalmente votata, l’altro ieri, dalla giunta di Virginia Raggi. Il vecchio regolamento, che risale al 1946, «presenta evidenti margini di obsolescenza normativa, sia nei contenuti che nella terminologia utilizzata, nell’articolazione degli interessi da tutelare e nell’apparato sanzionatorio», si legge nel provvedimento appena licenziato dall’esecutivo comunale e che ora, per il varo finale, dovrà essere approvato dall’Assemblea capitolina. L’obiettivo, si legge ancora nel testo, «è la tutela della sicurezza urbana e della serena e civile convivenza». Serviva anche, sostiene la giunta grillina, «una più efficace attuazione delle misure previste dal decreto legge 14/2017», quello che ha introdotto il Daspo urbano, che può entrare in vigore a tutti gli effetti, però, solo se i comuni stilano la lista dei quartieri dove può essere applicato.
Eccola allora, la lista. In tutto sono 14 quartieri. C’è ovviamente il centro storico - tutta la cosiddetta Area Unesco, fino ai confini con la Città del Vaticano - e poi Prati, Esquilino, Monti, Trastevere, Pigneto, San Lorenzo, Testaccio, Viale Marconi. E ancora l’Eur, Ostia fino al lungomare, l’Ostiense, Ponte Milvio, via Tuscolana all’altezza di via Lucio Sestio e nei dintorni.
Il Daspo potrà essere ordinato dal Comune nei confronti di chiunque «renda gravosa la fruizione dei luoghi, pregiudicandone il decoro, anche in conseguenza di condotte impeditive o oppositive, potenzialmente idonee ad arrecare turbamento alla godibilità del bene tutelato». Con le nuove regole, il sindaco può disporre il divieto di tornare sui luoghi dove si è consumata la trasgressione per 48 ore. In caso di recidiva, il colpevole potrà essere segnalato al Questore il quale potrà firmare un Daspo fino a 60 giorni.
La riforma del codice dei vigili rende permanenti i divieti anti-alcol, che non varranno solo per l’estate, ma tutto l’anno. Di base, nei 14 quartieri di cui si diceva, la vendita «da asporto» delle bevande e il consumo di bibite in vetro sarà vietata dalle 22; dalle 23 scatta il divieto di bere vino e birra anche in altri tipi di contenitore e dalle 2 di notte stop alla somministrazione in qualsiasi forma. Vietati pure i pub crawl, insomma i tour alcolici. Il regolamento permette al sindaco di rendere i paletti ancora più stringenti. Rimane in vigore quindi, almeno fino al 6 marzo 2019, il divieto di consumare alcolici in piazza dopo le 21 nei quartieri inseriti da Raggi nell’ultima ordinanza, a cominciare da San Lorenzo, dopo l’omicidio di Desirée.
BASTA ARRAMPICATE
Sarà punito, d’ora in poi, il bivacco. Non solo sui monumenti, ma anche sulle fontane considerate di pregio (oltre 270) e pure a danno dei tradizionali “nasoni”, le fontanelle d’acqua che impreziosiscono tanti angoli della Città eterna. Il vecchio regolamento, puniva solo i tuffi, lasciando libertà di arrampicate e spuntini molesti. Ora invece saranno tutti sanzionabili, con tanto di Daspo oltre alle multe. Conto salato? A stabilire l’importo dei verbali sarà una seconda delibera che la giunta sfornerà dopo il via libera dell’Assemblea. L’entità delle multe sarà quasi sicuramente in linea con quella delle vecchie ordinanze. Per il bivacco sulle fontane, dunque, fino a 240 euro.
La riforma mette al bando dal cuore dell’Urbe, definitivamente, i centurioni, i salta-fila, i lavavetri. Proibisce il rovistaggio nei cassonetti, prevede multe (e Daspo) per i clienti delle schiave del sesso. Su richiesta della Questura, è stata proibita esplicitamente l’attività di parcheggiatore abusivo. Saranno «daspati» anche loro. Novità pure per gli animali (e i padroni), con l’obbligo di portare sacchetti durante le passeggiate. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero