Alexandra Föderl-Schmid: «In Austria la destra sconfitta da se stessa: toni duri, la gente ha avuto paura»

Alexandra Föderl-Schmid: «In Austria la destra sconfitta da se stessa: toni duri, la gente ha avuto paura»
BERLINO Alexandra Föderl-Schmid, 45 anni, direttore del quotidiano Der Standard. Alla guida del principale giornale austriaco, di orientamento “‘liberal”,...

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BERLINO Alexandra Föderl-Schmid, 45 anni, direttore del quotidiano Der Standard. Alla guida del principale giornale austriaco, di orientamento “‘liberal”, è arrivata nel 2007, prima donna al comando di una testata in Austria (e una delle pochissime in Europa). Dal 2012 è anche co-editrice del giornale.


Si aspettava la vittoria di Alexander Van der Bellen?
«No, con questa chiarezza no. Mi aspettavo un testa a testa».

Al primo ballottaggio a maggio Van der Bellen aveva vinto con un risultato molto più modesto. Il successo è dipeso ora dalla mobilitazione dei media, dell’estero, come lo spiega?
«C’è stata una mobilitazione soprattutto in seno alla Övp (popolari), il partito junior della coalizione di governo (guidata dalla Spö). Molti sindaci nei comuni si sono organizzati. Poi il presidente uscente Heinz Fischer e la candidata indipendente alle presidenziali Irmgard Griss (ex giudice dell’Alta Corte) hanno fatto un endorsement per lui al ballottaggio che ha aiutato. Poi anche l’opinione all’estero e la campagna aggressiva di Norbert Hofer, ha avuto un ruolo: gli austriaci hanno avuto paura».

È stata una brutta campagna che ha spaccato il Paese: qual è ora il compito della politica e del presidente per riparare la situazione?
«Van der Bellen deve costruire ponti e ricucire le divisioni della campagna elettorale. È il suo compito principale ma deve anche eseguire il lascito di Fischer: ammonire a fare le riforme. La maggioranza della popolazione è scontenta del governo. Dovrà mettere in guardia, indirizzare, questo ci si aspetta». 

Su quali temi metterà l’accento Van der Bellen? Europa, politica sull’immigrazione?
«Stasera (ieri sera) ha parlato di solidarietà, lotta alla diseguaglianza, sarà pro Ue. Non credo sarà un presidente molto “verde”, anche quando era alla guida del partito non era sempre d’accordo con la base, è sempre stato piuttosto un conservatore».

Pensa che Hofer avrebbe fatto sul serio con la minaccia di una Öxit, uscita dell’Austria dall’Ue?
«Ci sono dichiarazioni in tal senso di Nigel Farage dell’Ukip. Hofer ha smentito ma sue precedenti dichiarazioni lo confermano. E aveva anche annunciato di voler avvicinare l’Austria ai paesi del Gruppo di Visegrad (i 4 paesi esteuropei molto critici sull’Ue)».

In primavera si terranno molto probabilmente elezioni anticipate: pensa che i populisti della Fpö possano registrare una forte avanzata?
«È decisamente possibile. Lo scontento della gente verso il governo è forte, la Fpö ne approfitterà».

Il cancelliere Christian Kern si cercherà un altro alleato? Ha già cambiato linea (più morbida) con la Fpö: pensa a una coalizione con i populisti?
«Cercherà una apertura verso la Fpö per attirare gli elettori di destra. È possibile una coalizione a tre - Spö, Verdi e Neos (di orientamento liberale) - non credo pensi di allearsi con la Fpö, è solo un avvicinamento tattico».
In tema di austerità e immigrazione, molto a cuore all‘Italia, resterà tutto come prima a Vienna?

«Sì, penso di sì »
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Il Messaggero