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I trecento alunni della scuola elementare del quartiere Sacida alla periferia nord-ovest di Anzio pronti ad essere trasferiti e redistribuiti in altri plessi scolastici del territorio nel caso si dovesse verificare una nuova emergenza sanitaria come quella della passata settimana quando il quartiere e la scuola furono invasi da un forte odore di ammoniaca e gas. Tanto da spingere il Comune ad evacuare alunni ed insegnanti, quattro dei quali lievemente intossicati, e a chiedere l’intervento di vigili del fuoco, Arpa Lazio e Asl.
Ad annunciare il possibile trasferimento degli alunni il sindaco Candido De Angelis durante i lavori dell’ultimo consiglio comunale rispondendo alle interrogazioni delle opposizioni che hanno sollevato nuovamente il problema della presenza della centrale biogas di via della Spadellata realizzata a duecento metri in linea d’aria dalla scuola e operativa da circa un anno. «Quella scuola sta in una zona industriale - ha detto il sindaco De Angelis - e siamo tutti d’accordo che la biogas non doveva esserci.
Per questo motivo – ha ribadito il sindaco di Anzio – in caso di nuova emergenza stiamo pensando ad altre collocazioni per i 300 alunni che saranno distribuiti sul resto del territorio comunale; e comunque vogliamo ragionare anche sulla realizzazione di una nuova scuola in un’altra zona». Lo stesso sindaco di Anzio ha quindi annunciato che entro la fine dell’anno saranno montate le centraline per monitorare la qualità dell’aria nella zona della scuola. «Gli uffici hanno cominciato a lavorare alla procedura sei mesi fa - ha detto De Angelis -, ma ci sono stati dei problemi per il loro acquisto; contiamo comunque di installarle entro la fine dell’anno». Insomma, tante polemiche sulla nuova centrale biogas, sarà la scuola ad essere allontanata dall’impianto. «In realtà – spiega Lina Giannino, capogruppo del Partito democratico ad Anzio - la centrale non doveva essere realizzata lungo via della Spadellata, perché si trova a circa 200 metri in linea d’aria dalla scuola del quartiere costruita ben prima, addirittura negli anni ‘50. Proprio la presenza della scuola era un elemento che avrebbe dovuto impedire, sette anni fa, che la Regione Lazio autorizzasse la realizzazione dell’impianto; e invece nel 2012, dopo che il comune aveva ricevuto la richiesta di autorizzazione alla realizzazione dell’impianto, un assessore dell’epoca e un funzionario comunale si recarono in Regione con una mappa della zona che non faceva riferimento alla presenza della scuola. Se il particolare della vicinanza dell’edificio scolastico fosse emerso, la biogas non sarebbe stata autorizzata. E invece la Regione, ingannata, diede l’autorizzazione e l’impianto alla fine è stato costruito. Sarebbe bastato portate la mappa giusta. E invece oggi, a sloggiare dal quartiere saranno i bambini».
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