WOLFSBURG – E la Volkswagen disse: «Sia fatta la luce. Di nuovo». Il colosso tedesco ha deciso di riprogettare la comunicazione visiva dei propri veicoli. Non...
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Una particolare Tiguan con pannelli laterali, schermi all'anteriore ed al posteriore e strisce a Led per un totale di 1.500 punti luce distribuiti sulla carrozzeria circolerà a partire dal prossimo anno in via sperimentale sulle strade tedesche, verosimilmente dalle parti di Wolfsburg. Una volta ottenuta la specifica omologazione servirà per valutare le reazioni di pedoni, ciclisti e automobilisti con l'obiettivo di formalizzare il nuovo codice visivo. Tra le altre cose, il Suv proietta sull'asfalto la direzione in cui intende svoltare o avvisa chi sta per attraversare la strada di averlo individuato.
Una evoluta versione della I.D. Crozz è già in grado di esprimersi con il sorriso dei fari per accogliere gli occupanti. O spiegare a chi la vede se non c'è nessuno al volante. Ma anche di “chiudersi” con una sorta di tenda luminosa che appare su ogni vetro e che, almeno al posteriore, può rendere ancora più evidente l'arresto. Su questo concept i Led sono addirittura 6.000. Un numero esagerato che, spiegano a Wolfsburg, serve solo per sperimentare ed esplorare tutte le possibili opzioni. Sull'attuale Touareg meglio equipaggiata, i Led non arrivano a mille, anche se un singolo proiettore anteriore ne impiega 256.
Nella visione degli ingegneri della luce, i proiettori potranno anche “scrivere” messaggi o consentire di vedere video. Quelli posteriori saranno in grado di avvisare di possibili incidenti o delle condizioni del fondo stradale (ad esempio nel caso fosse sdrucciolevole). O, ancora, di indicare a chi sta arrivando la traiettoria che la vettura sta per compiere in retromarcia. Le funzioni sembrano essere infinite e potranno anche rappresentare una nuova forma di personalizzazione, inclusi gli ologrammi e gli elementi tridimensionali. I clienti che scelgono le Volkswagen più sportive, tipo le varianti Gti, sono alla ricerca di soluzioni per distinguere i propri modelli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero