Toyota Fine Comfort Ride, evoluzione dell'auto a idrogeno con 1.000 km di autonomia

La Toyota Fine Comfort Ride
TOKYO - Il futuro è elettrico, ma a idrogeno. Ne è convinta Toyota che al 45° Salone di Tokyo presenta la Fine Comfort Ride, un concept di auto che prefigura...

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TOKYO - Il futuro è elettrico, ma a idrogeno. Ne è convinta Toyota che al 45° Salone di Tokyo presenta la Fine Comfort Ride, un concept di auto che prefigura l’evoluzione dell’auto a fuel cell dopo la Mirai e promette un’autonomia di addirittura 1.000 km (misurati con il ciclo di rilevazione giapponese), meglio di molte auto a benzina, irraggiungibile (almeno per ora) dalle auto elettriche a batteria.

 

Comfort di nome e di fatto. La Fine Ride Comfort è un’auto completamente diversa dalla Mirai, prima di tutto per la tipologia della carrozzeria che è monovolume, ma con una forma del corpo vettura che ricorda quasi uno scafo con le ruote carenate da profili a pinna. Anche la coda è davvero particolare: rastremata e con il tetto che termina con accenni di pinna ai lati con l’obiettivo evidente di massimizzare l’efficienza aerodinamica insieme al fondo completamente carenato. Il concept è lungo 4,83 metri, largo 1,95 e alto 1,65 con un passo di ben 3,45 metri dunque ha sbalzi ridottissimi. Le porte posteriori sono scorrevoli per agevolare l’accesso all’abitacolo a 6 posti dotato di 4 poltrone liberamente configurabili. Ogni occupante ha spazio in abbondanza e ha la possibilità di accedere alle informazioni e ai servizi fruibili a bordo grazie ad un Agente elettronico ad intelligenza artificiale. Il concetto è stato battezza wearing comfort, ovvero che avvolge come un vestito. Ovviamente, il concept giapponese è a guida autonoma.

Più efficiente ed avanzata. Completamente diversa anche la parte elettromeccanica, a cominciare dalla disposizione dei vari componenti. La Fine Ride Comfort ha infatti 4 motori elettrici calettati nelle ruote e integrati con i freni a disco, per rendere il più efficiente possibile il recupero e anche per ridurre le masse non sospese. Le sospensioni sono indipendenti, anche al retrotreno. La potenza totale è di ben 310 kW e la trazione integrale a controllo elettronico individuale su ogni ruota in modo da avere il massimo di motricità, direzionalità e stabilità. Lo stack è posizionato anteriormente (e non sotto i sedili anteriori come sulla Mirai) insieme all’elettronica di potenza, all’inverter e alla batteria. I tecnici Toyota sono stati vaghi, ma hanno dichiarato che lo stack è più compatto ed efficiente del 20% mentre la batteria impiega una tecnologia di prossima generazione, dunque non è più Ni-Mh e probabilmente neppure agli ioni di litio, ma allo stato solido.


L’idrogeno a tre zeri. Nuova anche la disposizione dei serbatoi che sono sempre cilindrici in composito e fibra di carbonio, ma di diametro più sottile e allineati longitudinalmente lungo il tunnel. Questo è un altro dei motivi per cui la Fine Ride Comfort ha un passo così lungo, in compenso c’è anche più spazio per i bagagli. Il rifornimento avviene sempre a 700 bar e per completare l’operazione ci vogliono 3-5 minuti. Il pieno è di 6 kg di idrogeno, 1,5 kg in più rispetto alla Mirai ed è capace di generare 120 kWh di energia, sufficiente per un’autonomia di 1.000 km, quasi il doppio, a riprova dell’efficienza superiore offerta dal nuovo sistema di propulsione ad idrogeno. Il peso totale della vettura supera le 2 tonnellate. Non è dato di sapere se e quando la Fine Comfort Ride diventerà un’auto di serie, ma tutto lascia capire che questo è il suo destino, probabilmente già nel 2020 rappresentando uno dei pezzi pregiati della vetrina tecnologica che Toyota e il Giappone allestiranno in occasione delle Olimpiadi di Tokyo, con l’obiettivo di dare un’accelerazione verso la mobilità del futuro. Ovviamente, ad idrogeno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero