Salone di Genova, il settore è in grande salute: vola il made in Italy e, soprattutto, l'export

Il Salone della Nautica di Genova
GENOVA - L’Ocse sostiene che l’Italia nel 2023 crescerà solo dello 0,8%, ma nel Paese ci sono settori dell’industria che crescono a ritmi insospettabili,...

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GENOVA - L’Ocse sostiene che l’Italia nel 2023 crescerà solo dello 0,8%, ma nel Paese ci sono settori dell’industria che crescono a ritmi insospettabili, aumentando produzione, vendite, fatturato, occupazione, export, e pure gli investimenti su ricerca e sviluppo. Il Salone di Genova, che ha aperto i battenti ieri, e chiuderà martedì prossimo, offre l’occasione per fare il punto sui successi di un comparto che esalta i migliori valori del Made in Italy. Davanti a una platea di esponenti del governo mai vista a una fiera nautica (c’erano Salvini, Urso, Crosetto, Musumeci, Lollobrigida, e oggi dovrebbe arrivare anche la premier Meloni) il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha spiegato che «la nautica è un’industria che sa coniugare bellezza, innovazione, design, ricerca, con soluzioni avveniristiche di sostenibilità ambientale».

E ha aggiunto: «L’economia del mare tiene insieme tutto il Paese, anche il Mezzogiorno, che in altri settori soffre, ma nell’economia del mare esprime dei numeri molto importanti: il 45% delle imprese nautiche italiane e un terzo degli addetti sono nel Sud». Il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, da parte sua, ha illustrato nel dettaglio i numeri del boom registrato dall’intero comparto, a cominciare dal fatturato, che ha toccato i 7,33, superando di gran lunga i 6,2 miliardi di ricavi totalizzati nel 2007, un anno prima del crac di Leman & Brothers.

«L’incremento del fatturato – ha specificato Cecchi – è del +20%, e di rilievo è stato l’export, che a giugno 2023 ha toccato il massimo storico di 3,74 miliardi di euro, con l’Italia prima nel mondo tra gli esportatori. Con il superamento della soglia dei 7 miliardi di euro di fatturato è stato raggiunto un valore mai toccato prima. Il perdurare dell’incertezza globale a livello economico e politico, che potrà portare in futuro ad una normalizzazione dei tassi di crescita del settore, non ha quindi smorzato il vento favorevole alla produzione cantieristica italiana, che ha continuato a soffiare anche nell’anno nautico appena concluso, specialmente nel comparto dei superyacht, di cui i nostri cantieri detengono il 50% degli ordini mondiali».

Altra nota positiva, gli addetti effettivi sono saliti a 28.660 confermando il trend occupazionale in crescita (+8,8% rispetto al precedente anno) che ha caratterizzato trasversalmente tutti i comparti del settore, portando benefici anche alla filiera a valle del turismo nautico. Anche il peso del contributo della nautica al Pil è cresciuto, passando dal 2,89‰ del 2021 al 3,23‰ del 2022, in aumento costante dal 2013 e in forte crescita negli ultimi due anni.

Come evidenziato dal professore Marco Fortis, direttore e vicepresidente di Fondazione Edison, il motore trainante del comparto si è ancora una volta dimostrato l’export, settore che riguarda soprattutto super yacht e mega yacht. I nostri cantieri sono comunque all’avanguardia anche nell’ambito della piccola e media nautica, per la quale gli analisti prevedono una «normalizzazione della crescita».

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Il Messaggero