Porsche prosegue in Spagna lo sviluppo della sua Gen2. Mille km di test per Jani e Hartley

La Porsche FE durante i test
CALAFAT – Porsche, il costruttore premium che debutterà nella Formula E in dicembre quando scatta la sesta stagione, ha completato in Catalogna una serie di...

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CALAFAT – Porsche, il costruttore premium che debutterà nella Formula E in dicembre quando scatta la sesta stagione, ha completato in Catalogna una serie di importanti test sulla monoposto Gen2 che impiegherà nel circuito full-electric. Sulla pista di Calafat ha raccolto dati su un totale di oltre 1.000 chilometri. Il debutto assoluto su strada del bolide tedesco era avvenuto lo scorso 5 marzo.


Neel Jani e Brendon Hartley hanno percorso oltre 300 giri sul tracciato che misura 3.250 metri con 9 curve a destra e 7 a sinistra. Una simulazione impegnativa, ma senza traffico che deve servire al team per valutare l'avanzamento dello sviluppo dei propri sistemi. Lo svizzero, che ha già corso un paio di ePrix, è il primo pilota ufficiale già anticipato da tempo dal costruttore di Zuffenhausen.

Il neozalendese, invece, collabora alla messa a punto della monoposto. Tra i nomi che circolano come seconda guida c'è quello del suo connazionale e “pupillo” di Mark Webber, Mitch Evans, che proprio a Roma ha appena vinto la sua prima gara in Formula E, regalando anche una storica affermazione alla Panasonic Jaguar, finora mai salita sul gradino più alto della competizione.

«Sono stati giorni estremamente produttivi – ha dichiarato Jani – Non vedo l'ora di continuare a lavorare con la squadra nei prossimi mesi per riuscire ad ottenere il massimo dalla Porsche per la Formula E». Oltre ad un bilancio «molto positivo», l'elvetico ha sottolineato l'importanza dei test per maturare esperienza sull'asfalto con la monoposto a zero emissioni, soprattutto dal punto di vista tecnico.


Hartley si era finora solo occupato del lavoro di simulazione con i giri a Calafat ha anche potuto sperimentare le sensazioni in pista: «È molto divertente guidare questa macchina», ha ammesso. I test sono stati valutati molto positivamente dal team manager, Amiel Lindesay. «Abbiamo potuto portare a termine un programma completo – ha aggiunto – e stabilire i punti di riferimento per i prossimi mesi: analizzeremo i dati che abbiamo raccolto e diventeranno la base per il nostro prossimo lavoro in vista delle prove successive». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero