Pneumatici invernali, dalla tenuta allo spessore: ecco alcuni consigli utili

Uno pneumatico invernale
SESTRIERE - Il pneumatico invernale non serve solo per affrontare i weekend in montagna: la sua efficacia si percepisce al di sotto dei 7°, quando il fondo stradale diventa...

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SESTRIERE - Il pneumatico invernale non serve solo per affrontare i weekend in montagna: la sua efficacia si percepisce al di sotto dei 7°, quando il fondo stradale diventa freddo, non necessariamente innevato o ghiacciato. “In queste condizioni – assicurano gli esperti di Assogomma e Federpneus – migliora il comportamento complessivo dell’auto, dalla tenuta in curva alla frenata, come tutti i test hanno puntualmente provato”.


Esistono due tipi di gomme invernali: quelle marcate M+S (Mood+Snow, fango e neve) e quelle che alla scritta M+S aggiungono il pittogramma alpino con una montagna a tre cime e il simbolo del fiocco di neve. La legge consente di adottare entrambe, ma le seconde sono le uniche che hanno superato test di omologazione specifici, dunque la qualità è il rendimento rispondono a criteri oggettivi.

L’attenzione alle gomme non riguarda solo il cambio tra estive e invernali. Vanno tenute sotto controllo anche le pressioni e, soprattutto, l’usura. Il battistrada deve avere uno spessore non inferiore a 1,7 mm (limite estremo tollerato). Ma è importante sapere che in caso di usura non uniforme le gomme migliori vanno montate sempre dietro, anche se l’automobile ha la trazione anteriore.

Capita spesso, soprattutto nelle località di montagna affollate da vacanzieri appassionati di sci, di vedere automobilisti intenti a dare calcetti alle gomme, o addirittura armati di palette per far cadere la neve che le ricopre. Tutto inutile. I tecnici spiegano infatti che “è proprio il contatto tra neve e neve che rende migliore il rendimento della gomma invernale. In pratica avviene ciò che si riscontra quando entrano in contatto due cubetti di ghiaccio: si attaccano come fossero incollati”. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero