Un giorno da pilota al volante di Mini: in gara nel Challenge a Zeltweg

Una delle Mini Cooper S con kit John Cooper Works del Trofeo
Zeltweg - Dalla strada alla pista, protagoniste le Mini da corsa del Challenge 2013. Un’emozione che si rinnova sei volte l’anno, su circuiti che diventano arene rombanti, con...

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Zeltweg - Dalla strada alla pista, protagoniste le Mini da corsa del Challenge 2013. Un’emozione che si rinnova sei volte l’anno, su circuiti che diventano arene rombanti, con le Cooper S (186 cavalli) trasformate in una sorta di mandria selvaggia grazie al kit Racing John Cooper Works, che porta la cavalleria del motore 1.6 turbo a quota 210. Altre modifiche: l’adozione di gomme slick fornite da Pirelli, sospensioni più rigide, con assetto regolabile (ammortizzatori Bilstein, molle Eibach), sostituzione di pinze e dischi freno (più grandi), alleggerimento fino a 1075 kg (la scocca viene svuotata di sedili, pannelli e quant’altro), la sostituzione del volante e, naturalmente, il montaggio di un sistema di estinzione, di un robusto roll-bar e di cinture a quattro punti. Le centraline vengono sigillate e sorteggiate, per mettere tutti sullo stesso piano. Ma – come tradizione nei trofei monomarca – la parità di prestazioni è pura utopia.


Piloti e squadre scatenati. Se pensate che al volante ci siano clienti “normali”, con l’hobby delle corsette domenicali, vi sbagliate: vero è che basta la licenza nazionale C e che a 16 anni si è già ammessi, ma MINI Challenge è la palestra privilegiata di ambiziosi piloti in carriera, esperti istruttori di scuole di pilotaggio e vecchie volpi delle piste con apprezzabili curriculum alle spalle. A sostenerli, squadre professionali o semipro, gestite da preparatori che non rinunciano a “dire la loro”, pur nei confini di un regolamento rigido e ipersorvegliato. Dire che si corra per puro divertimento è un eufemismo. In realtà si scende in pista con il coltello tra i denti, la rivalità è esasperata e se c’è uno che va più forte scatta immediato il sospetto: ha alterato la centralina! Insomma, veleni e polemiche non mancano, anche se i pazienti dirigenti della Casa Madre e di ACI Sport, in testa Carlo Botto Paola, responsabile Marketing di MINI Italia, Nina Stefenelli e Oriano Agostini si sforzano di tenere tutto sotto controllo, con calma e savoir fair.

Si corre anche all’estero. L’ultima gara, terza della stagione, s’è disputata domenica 16 giugno in Austria, al Red Bull Ring (l’ex A1 Ring di Zeltweg). Reduci da Vallelunga e da Franciacorta, le MINI da corsa hanno dato spettacolo sul magnifico percorso di 4,3 chilometri dove un tempo si esibivano le Formula 1 del Mondiale piloti: un tracciato caratterizzato da saliscendi e micidiali curve in pendenza, in cui tecnica e cuore misurano la gerarchia dei valori in campo. In gara 1 ha vinto Ivan Tramontozzi, laziale di Priverno (Latina), davanti all’umbro Nicola Crocioni, di professione istruttore alla scuola di pilotaggio di Siegfried Stohr. Terzo Samuele Baldan, quarta Francesca Linossi, una delle tre donne del Challenge (le altre sono Stefania Grassetto e Carlotta Fedeli).

La ragazza terribile. Quarta in gara 1, Francesca Linossi s’è rifatta con gli interessi in gara 2, vincendo davanti a due ossi duri come Tavano e Crocioni. Da applausi la corsa della giovane bresciana, una ragazza di 22 anni, ma già con un curriculum di tutto rispetto alle spalle: dopo essersi fatta le ossa nei kart dal 2002 al 2006, nel 2007 ha partecipato al corso federale CSAI ed ha cominciato a correre nella Porsche Cayman Cup (era la più giovane del lotto); poi è passata al campionato italiano Turismo Endurance (su BMW) ed ha fatto qualche apparizione nel Ferrari Challenge del 2009. Nel 2010 e 2011 campionato italiano GT e Superstars Series e, dopo una stagione 2012 interlocutoria, l’approdo nel MINI Challenge 2013, con il team Tullo Pezzo By Dinamic Promodrive. Dopo essersele date di santa ragione in pista, con staccate al limite e sorpassi mozzafiato, alla fine Francesca s’è meritata, oltre alla coppa e allo champagne, anche il bacio di Tavano e Crocioni, che l’hanno accompagnata sul podio, occupando i due gradini più bassi. Dietro le quinte, mugugni e commenti al vetriolo. Ma tant’è, è il mondo delle corse.

In prova con lo scooter. Ora Francesca è quarta nella classifica del campionato. E spera di risalire. Ma intanto si gode la soddisfazione di questa bella affermazione in terra austriaca, alla vigilia tutt’altro che scontata. “Il Red Bull Ring era forse la pista dove meno avrei scommesso su una mia vittoria – ha dichiarato infatti la giovane bresciana –. Non avevo mai corso qui e non ero riuscita neanche a provare al simulatore, per cui all’inizio ho dovuto basarmi sulle poche informazioni che avevo raccolto venerdì sera durante i due giri che ho fatto con lo scooter. D’altra parte però sono competitiva da inizio anno e confidavo nel fatto che un bel risultato prima o poi sarebbe arrivato: quest’anno mi sto concentrando esclusivamente sul MINI Challenge e le cose stanno andando molto meglio rispetto allo scorso anno, quando invece correvo in due diversi campionati con vetture molto differenti, una situazione che alla fine si era rivelata controproducente. Grazie anche agli utilissimi consigli del mio compagno di squadra Nicola Baldan ora sto esprimendo al meglio il mio potenziale e la vittoria in Austria ha dato a me e alla squadra, che lavora sempre con grande impegno, ancor più motivazione per i prossimi appuntamenti. Ero già salita in altre occasioni sul gradino più alto del podio, ma si trattava di vittorie di classe. Questa volta invece mi ha fatto un certo effetto vedere il mio nome per primo nella classifica assoluta, un’emozione che spero di rivivere al più presto”.

Un’avventura da raccontare. Guidare in pista una MINI del Challenge è un’esperienza unica, adrenalinica, molto emozionante. Noi l’abbiamo vissuta, sia pure con spirito puramente decubertiniano, consapevoli di poter recitare solo il ruolo delle comparse. Il casco con collare Hans è la prima novità: mai provato prima, l’abbiamo indossato con circospezione grazie all’aiuto di Luca, generoso meccanico della squadra. Il casco è integrale e per chi, come noi, porta occhiali da vista, c’è il problema delle lenti appannate. Tenendo i finestrini un filino aperti passa un po’ d’aria, e via. Il sedile racing è avvolgente, strettissimo sui fianchi (forse troppo larghi…), ma tiene benissimo. Posizione di guida ravvicinata, come insegnano nei corsi di pilotaggio, un’occhiata agli specchietti, e poi dentro, in pista!

Prove libere troppo brevi. Entrati in ritardo, possiamo fare solo sei giri. Troppo poco per capire la macchina e il circuito. Ma tant’è. Nel pomeriggio prove ufficiali: qualche tornata di ambientamento, poi via, al massimo delle nostre possibilità. Miglioriamo di giro in giro, ma poi viene giù l’unica pioggia dell’intero weekend, e siamo costretti a rientrare. Rimaniamo lontani anni luce dagli altri e crediamo che dipenda dalla nostra ruggine. In realtà scopriremo che c’è un problema al turbo, un po’ asfittico. Viene cambiata la pompa dell’acqua per il raffreddamento della turbina.

Ma la situazione non migliora. L’auto gestita per conto di MINI Italia dal Roal Team di Roberto Ravaglia è reduce da un violentissimo incidente con Kristian Ghedina, testimonial spericolato. Sofferente, la nostra povera MINI non s’è ripresa al meglio. Partiremo in ultima fila, in coda. Solo grazie a ritiri e testacoda di altri, non concluderemo ultimi. Ma non era il risultato l’obiettivo della nostra mission in pista.

Gara 2 con schieramento cambiato. Come da regolamento, la griglia di partenza di gara 2 prevede un rimescolamento di carte, per creare spettacolo. E così la MINI numero 1 del cronista-pilota parte dalla quinta fila, in mezzo al gruppo. Pronti via: prima, seconda (contagiri a 6000), terza e… sono già passati tutti. Non resta che remare in coda e ritardare al massimo possibile l’umiliazione del doppiaggio. Ma guidare su un circuito glorioso come quello di Zeltweg, sia pure con qualche cavallo meno del previsto a disposizione, è comunque un’esperienza unica. E poi, il feeling go-kart di queste auto è comunque intatto: i tedeschi del BMW Group l’hanno conservato come un tesoro da custodire. E seppure il sottosterzo di una trazione anteriore non è eliminabile, l’assetto rigido e le slick regalano inserimenti in curva assai efficaci. Il resto lo fa il differenziale autobloccante meccanico Drexler (ovviamente i controlli di trazione e stabilità elettronici sono tutti disattivati) e, lasciando scivolare finché si può il retrotreno, ogni curva diventa una libidinosa goduria.

Provare per credere. Iscriversi al Challenge MINI Italia costa 1500 euro più Iva. Se ci si iscrive a stagione già in corso il costo sale a 2000 euro. Molte squadre fanno capo a concessionarie o officine di assistenza che sono disponibili a noleggiare le auto a chi lo richieda anche per un’unica gara. In questo caso l’iscrizione costa 500 euro. Cui vanno aggiunti altri costi vari, spese di trasferta comprese. Il weekend in pista offre prove libere di 50 minuti; prove ufficiali di 25; gara 1 e gara 2 (per entrambe, 25 giri più uno). Correndo in due, si possono anche dividere le spese al 50%. Se invece si vuol gareggiare con un’auto propria, è necessario acquistare una Mini Cooper S (non necessariamente nuova, se ne trovano tante sul mercato dell’usato) e dotarla del kit di elaborazione John Cooper Works. Che costa 11.000 euro.

Ci sono anche i premi. Per i migliori, il regolamento prevede premi in denaro (1200 euro al vincitore di ogni gara) e premi speciali, come forniture di gomme e kit di manutenzione. Al vincitore del campionato, a fine stagione, verrà assegnata una MINI John Cooper Works GP in comodato d’uso gratuito per un anno più un orologio da polso con cronografo. Al secondo, un viaggio per due per assistere alla Dakar 2014; al terzo una selezione MINI Collection più un orologio. MINI Italia, inoltre, mette a disposizione gratuitamente una tuta ignifuga e abbigliamento da riposo da indossare in autodromo. Nell’area paddock vengono allestiti box-tenda per lavorare sulle auto. Non mancano un servizio ristoro, catering e passatempi vari, dalla Tv al ping-pong, in modo che sia possibile trascorrere i tempi morti in un clima rilassato, con atteggiamento “like a friend” tra piloti, meccanici, sponsor, amici, giornalisti.


Il calendario da aprile a ottobre e la Tv. Sono sei le prove del MINI Challenge 2013. S’è cominciato il 28 aprile a Vallelunga (Roma), poi s’è gareggiato a Franciacorta (Brescia) e al Red Bull Ring, in Austria. Prossimi appuntamenti, il 14 luglio al Mugello, il primo settembre a Imola e il 20 ottobre a Monza. Massiccia la copertura mediatica: le gare del MINI Challenge 2013 sono trasmesse in diretta da Sportitalia, ma è possibile seguirle anche attraverso web media site e social network. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero