Nasce nel torinese centro ricerca su motori elettrici. Accordo tra il Politecnico di Torino e il Comune di Pianezza

Un ricercatore al lavoro
TORINO - Il Politecnico di Torino affiancherà il Comune di Pianezza per la creazione di un Centro di Ricerca per la progettazione di motori elettrici in un’area che...

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TORINO - Il Politecnico di Torino affiancherà il Comune di Pianezza per la creazione di un Centro di Ricerca per la progettazione di motori elettrici in un’area che è stata riclassificata come «di interesse collettivo» e verrà riqualificata grazie a finanziamenti provenienti dal Pnrr e da fondi strutturali. Primo step del progetto è stata la firma di un Protocollo d’Intesa tra il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco e il sindaco del Comune di Pianezza. Antonio Castello. L’accordo, della durata di tre anni, prevede che il Comune di Pianezza metta a disposizione gli spazi e i progetti di intervento per consentire l’avvio della raccolta delle manifestazioni di interesse dei soggetti pubblici e privati interessati a contribuire alla creazione del Centro. Il Politecnico fornirà il necessario supporto scientifico per le attività di ricerca, studio e formazione che si svolgeranno nel centro.

Il progetto consentirà la conversione delle aziende del territorio attraverso la valorizzazione del ruolo dell’industria di produzione dei motori e di tutta la filiera industriale di settore. «Con questo accordo il Politecnico aggiunge un altro importante tassello nel processo di supporto e potenziamento all’economia del territorio e alle piccole e medie imprese che vogliono avviare un processo di riconversione industriale. Con queste sinergie contribuiremo a dare un nuovo impulso all’economia, all’occupazione e alla formazione dei giovani», spiega Saracco. «Il Protocollo con il Politecnico di Torino - afferma Castello - completa un processo avviato da tempo e destinato a incidere notevolmente sul futuro del nostro territorio. Una collaborazione istituzionale, che vedrà il coinvolgimento delle diverse aziende del territorio».

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Il Messaggero