Mercato auto UE: -34,3% su 2019 per crisi chip e ripresa covid. È crisi nera nei “Big five”. Cresce quota elettriche e ibride

Un parco auto
TORINO - Le immatricolazioni di auto in Europa più Efta e regno Unito registrano un calo del 34,3% rispetto allo stesso mese del 2019, anno che ha preceduto la pandemia,...

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TORINO - Le immatricolazioni di auto in Europa più Efta e regno Unito registrano un calo del 34,3% rispetto allo stesso mese del 2019, anno che ha preceduto la pandemia, con contrazioni in tutti i paesi con la sola eccezione dei piccolissimi mercati di Irlanda, Islanda e Norvegia. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor che parla di «un cocktail micidiale di fattori negativi». «L’industria - spiega il Csp - lotta contro la carenza di semiconduttori che ha determinato fermate produttive in molti impianti, mentre la domanda è penalizzata dalla pandemia, che sta rialzando la testa, da un indebolimento della fiducia dei consumatori, dall’aumento dell’inflazione e in qualche paese anche da aumenti di tassazione. Brilla una sola luce: la crescita delle quote di mercato delle auto elettriche pure e delle auto ibride con la spina per la ricarica elettrica.

Particolarmente colpiti i 5 maggiori mercati Germania, Francia, Regno Unito, Italia e Spagna. In Germania le immatricolazioni, rispetto al 2019, accusano un calo del 37,2% mentre la quota dei veicoli elettrici ha toccato un nuovo massimo, raggiungendo il 30%. Nel Regno Unito si è registrato un calo del 25,8% sul 2019 e la quota delle auto elettriche è stata del 15,2% per i modelli elettrici puri (Bev) e del 7,9% per i modelli ibridi con la spina (Phev). In Spagna il calo è del 37,2% su ottobre 2019 con risultati negativi per le vendite a privati.

La Francia è quella che accusa il calo più forte (-37,3% su ottobre 2019), mentre in Italia crescono le quote di elettriche pure (7% a ottobre 2021) e ibride con la spina (5%), ma le forti contrazioni degli acquisti di auto a benzina e gasolio vanno a vantaggio delle auto ibride senza spina, che utilizzano come carburanti benzina o gasolio». «Non si comprende per quale motivo l’Italia, che dispone in questo momento di risorse eccezionali, non abbia fin qui varato un piano per sostenere il settore dell’ auto che è in fortissima difficoltà e che ha bisogno di interventi molto significativi per affrontare la transizione all’elettrico» spiega Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.

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Il Messaggero