Lamborghini in fibra di carbonio, il Toro apre un centro a Seattle per le supercar del futuro

La Lamborghini Centenario è tutta in fibra di carbonio
SEATTLE - La fibra di carbonio rappresenta, come è noto, la soluzione ottimale per ottenere abbattimento di peso senza perdere in solidità strutturale. Una sorta di...

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SEATTLE - La fibra di carbonio rappresenta, come è noto, la soluzione ottimale per ottenere abbattimento di peso senza perdere in solidità strutturale. Una sorta di uovo di colombo per i costruttori di automobili ad alte prestazioni (e non solo), che tuttavia presenta alcune controindicazioni non irrilevanti: i costi elevati, le difficoltà e i tempi di lavorazione.


Avanguardia italiana. Nel nostro Paese una delle aziende dell’automotive che per prima ha investito su ricerca e sviluppo in funzione della fibra di carbonio è la Lamborghini, che già ai tempi della Countach Quattrovalvole, trent’anni fa, cominciò a farne uso. Da allora è stata una continua escalation, culminata nel 2016 nella Centenario, supercar nata per celebrare i cento anni del fondatore dell’azienda, Ferruccio Lamborghini, e realizzata con una carrozzeria completamente in fibra di carbonio. Presentata al Salone di Ginevra, la supercar del Toro ha stupito per la colorazione lucida a vista, pregio insolito per il carbonio. Sarà prodotta in edizione limitata di 40 esemplari, 20 coupé e 20 roadster.

Laboratorio Usa. Se la Centenario rappresenta una tappa significativa della crescita del marchio di Sant’Agata Bolognese (controllato dall’Audi), il futuro riserverà ulteriori investimenti e un impegno qualificato al di là dell’Oceano. Lo ha rivelato l’amministratore delegato di Lamborghini, Stefano Domenicali, inaugurando a Seattle, nello stato di Washington, il nuovo laboratorio dedicato alla ricerca sulla fibra di carbonio, l’Advanced Composite Structures Laboratory (ACSL): una struttura all’avanguardia, che influenzerà il processo di sviluppo delle Lamborghini del futuro.

La chiave del successo. Operante come entità esterna alla sede centrale dell’azienda, il laboratorio americano di ricerca avanzata si occuperà di esplorare e approfondire le potenzialità racchiuse nel carbonio. “Un materiale – ha detto Domenicali - che rappresenta una fra le più importanti chiavi del successo delle nostre vetture del passato, del presente e del futuro”.

L’esperienza aeronautica. Per comprendere il livello di questa partnership americana, basti osservare che Seattle rappresenta una sede strategica, nella quale l’ACSL già collabora da tempo con Boeing nel processo di innovazione finalizzato alle applicazioni del carbonio nell’industria aerospaziale.

Il precedente del 2010. Al centro dell’attenzione dei ricercatori c’è la tecnologia Forged Composite, che rappresenta uno dei più importanti sviluppi derivanti dalle attività svolte finora all’interno dell’ACSL, grazie al quale si riduce la quantità di tempo impiegata nella produzione dei componenti rispetto alle tecniche tradizionali. Lamborghini ne ha già sperimentato l’applicazione nel 2010, con la supersportiva in serie limitata Sesto Elemento, convincendosi delle capacità strutturali e dell’enorme potenzialità che questo materiale ha per la sua rapida realizzazione. I perfezionamenti continui nel processo produttivo, tra l’altro, hanno già consentito a Lamborghini di impiegare nel 2013 questo materiale innovativo anche nei componenti strutturali ed estetici di altre vetture della propria produzione.

Porte aperte ai giovani. “Grazie al continuo sviluppo del Forged Composite siamo in grado di migliorare costantemente sia le prestazioni sia l’aspetto estetico delle nostre supersportive”, ha dichiarato Maurizio Reggiani, direttore Ricerca e Sviluppo della factory di Sant’Agata Bolognese. “L’abilità di sfruttare questo materiale leggero ci assicura un vantaggio competitivo” ha aggiunto Reggiani, spiegando che l’impegno nell’innovazione va oltre il semplice sviluppo del materiale: attraverso l’ACSL Academy è possibile infatti selezionare giovani e talentuosi ingegneri da tutto il mondo.

Accoglienza favorevole. “Seattle è uno snodo importante per l’innovazione tecnologica e la scelta di Lamborghini di collocare qui la sede del proprio centro di ricerca ne è un esempio perfetto”, ha dichiarato da parte sua Jay Inslee, governatore dello Stato di Washington. “L’Advanced Composite Structures Laboratory di Lamborghini, la sua collaborazione con Boeing e i continui successi dimostrati nello sviluppo di tecnologie innovative – ha aggiunto Inslee - rappresentano motivo di orgoglio per la nostra città e il nostro Stato”.

 













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Il Messaggero