NÜRBURG - Il Nürburgring ha una nuova regina tra le auto di serie: è la Lamborghini Aventador SVJ che il 26 luglio scorso ha fermato le lancette del cronometro su...
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La sfida a Porsche continua. Quale era il limite da battere per la sportiva ibrida plug-in di Zuffenhausen? Indovinato: una Lamborghini, la LP 750-4 Superveloce, che sarà comunque ricordata come la prima auto di serie a scendere sotto la barriera dei 7 minuti, seppure di un pelo (6’59”73). A fissare il nuovo limite è la sua erede che, oltre a 20 cv in più, conta anche di tutte le migliorie applicate alla Aventandor S un anno fa , la più importante di tutte sono le 4 ruote sterzanti. Il record è stato conquistato con un’auto di pre-serie del modello che sarà presentato dopo l’estate e riporterà in auge una denominazione storica.
Quella J che ricorda la Miura. Se infatti la Aventador di punta precedente era denominata solo SV ovvero Super Veloce, la prossima aggiungerà anche la J che sta per Jota, una lettera che la Lamborghini usò nel 1970 per la Miura dedicata alle competizioni. Jota è infatti la pronuncia spagnola per J, la lettera che sui documenti FIA identifica le specifiche delle versioni da corsa. Anche allora si partì da una versione S della Miura. Il fondatore, Ferruccio Lamborghini, non era però favorevole alle competizioni e, dunque il progetto fu presto abbandonato, ma i suo risultati furono sfruttati per la Miura SV mentre l’esemplare del progetto Jota fu venduto ad un privato e poco dopo rimase distrutto in un incidente.
Il nuovo limite del Toro. La Lamborghini Aventador SVJ completerà probabilmente la propria denominazione con le lettere LP e il numero che identifica la potenza del motore, tutt’ora ignota. La S ha 740 cavalli, la SVJ ne avrà sicuramente di più e anche meno dei 1.575 kg dichiarati dalla S in modo da portare il rapporto peso/potenza da 2,13 kg/cv a 1,98. La camuffatura non riesce a nascondere le modifiche all’aerodinamica con un alettone posteriore dalle grandi dimensioni, un labbro anteriore modificato e un estrattore più ampio anche grazie allo spostamento in alto dei terminali di scarico. Presto ne sapremo di più. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero