Italia maglia nera in Europa per auto con spina con l’8%. Unrae: «Senza chiara strategia in fondo al treno del cambiamento»

Ricarica alla spina per un'auto a batteria
TORINO - L’Italia con l’8% si conferma all’ultimo posto per le auto con spina (Ecv), tenuta lontana non solo da Germania, Regno Unito e Francia (con quote...

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TORINO - L’Italia con l’8% si conferma all’ultimo posto per le auto con spina (Ecv), tenuta lontana non solo da Germania, Regno Unito e Francia (con quote rispettivamente al 21,5%, 22,9% e 23,8%), ma anche dalla Spagna (11,0%). L’ultimo posto per l’Italia vale anche nel bimestre con una quota di Ecv al 7,6%, contro il 18,5% della Germania, 21% del Regno Unito, 23,1% della Francia, 11% della Spagna.

Lo sottolinea l’Unrae, l’associazione delle case estere in Italia. «L’industria dell’automobile sta investendo da anni centinaia di miliardi per la decarbonizzazione, ma il tema vive in questi giorni un momento di grande confusione a livello nazionale ed europeo. Oggi assistiamo a un dibattito non basato su dati scientifici ma inquinato da posizioni partigiane, che rischia di portare fuori strada e danneggiare sia i consumatori che i lavoratori». Lo sottolinea Andrea Cardinali, direttore generale dell’Unrae.

«I 12 anni che mancano per il 2035 - aggiunge - rappresentano due cicli e mezzo di prodotto, e molti Costruttori hanno già dichiarato che fermeranno la produzione di veicoli endotermici anche prima di quella data. In questo clima di incertezza, senza una chiara strategia l’Italia rischia di trovarsi in fondo al treno del cambiamento». In tema di infrastrutture di ricarica, Cardinali ricorda che «sono state stanziate ingenti risorse economiche per centinaia di milioni di euro per le ricariche sia pubbliche che private (per condomini, liberi professionisti e aziende), ancora inutilizzabili a causa della mancanza di norme attuative e delle piattaforme Invitalia per la prenotazione degli incentivi, che l’Unrae auspica vengano velocemente emanate ed attivate.

Questi stimoli rappresentano il pre-requisito affinché le persone ancora incerte decidano di fare scelte che avranno un impatto importante non solo sui loro acquisti ma sul loro stile di vita». «Nei prossimi anni - sottolinea ancora - la transizione energetica dovrà essere accompagnata da un’agenda di Governo, con un coordinamento stabile e programmato tra industria, mercato e istituzioni e con i necessari sostegni».

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Il Messaggero