Il rilancio DR: un’elettrica molto low cost. Ecco la Evo Electric: 300 km a zero emission

La nuova DR Evo Electric
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Sembra l’annuncio di vendita di un’auto usata. E invece sono caratteristiche e condizioni d’acquisto della nuova auto low cost EVO Electric della DR, la piccola azienda di Macchia d’Isernia che ha eroicamente resistito a tutte le difficoltà che ne hanno messo più volte a rischio la sopravvivenza e ora si sente pronta a nuove sfide, grazie alle sinergie con i nuovi alleati cinesi della Jac Motors. I quali producono l’auto nella provincia dell’Hanhui, ad Hefei, la città a sviluppo più rapido della Cina, e poi la spediscono via nave in Italia, dove viene completata e rifinita nella piccola fabbrica molisana. 

Lunga un soffio più di 4 metri, la DR Electric ha carrozzeria 5 porte/5 posti, vano bagagli da 250/450 litri e interni ben rifiniti e ben dotati. «L’obiettivo che ci siamo posti – informa la Casa – era creare il Suv low cost più conveniente del mercato, con tutti gli optional di serie. Abbiamo fatto in modo che l’elettrico sia una scelta alla portata di tutti, senza per questo fare rinunce sul piano dello stile e delle dotazioni». E in effetti l’auto presenta un abitacolo con rivestimenti in ecopelle, inserti in carbon look e dotazioni di serie da classe premium. La motorizzazione è costituita da un sistema sincrono a magneti permanenti con potenza di 85 kw/116 cv alimentato da un pacco batterie agli ioni di litio con capacità di 40 kWh. La velocità massima è di 130 km/h, il tempo di ricarica di 8 ore in modalità slow, 40 minuti per la procedura rapida (dal 15 all’80%). In modalità di guida Eco il Regenerative Braking System consente alle batterie di ricaricarsi parzialmente in fase di decelerazione e frenata.

Il prezzo di listino è di 29.900 euro. Ma attenzione: tra incentivo rottamazione, sconto della Casa e promozione legata all’emergenza COVID (scadeva il 30 aprile, ma è stata prorogata al 31 maggio) si può scendere fino a 19.900 euro. Un prezzo allineato a quello delle più piccole citycar full electric del mercato. 
Il comportamento su strada è tutto da scoprire, tuttavia è facile immaginare cosa ci si possa attendere da un veicolo compatto (ma non leggerissimo: 1500 kg), con trazione anteriore e motorizzazione elettrica. Una scelta innovativa, quest’ultima, coerente con il piano di sviluppo della linea EVO by DR, costituita sia da veicoli a emissioni zero, sia da modelli a combustione come i prossimi EVO 4, EVO 5 ed EVO 6, per i quali verrà proposta la variante benzina/gas. A inizio marzo, intanto, è stato lanciato il nuovo Suv DR 5.0, che di fatto ha inaugurato la svolta in materia di stile e qualità, e a breve sono annunciati altri due nuovi Suv, DR F35 e DR 7.0, che – informa la Casa – «segneranno con DR 5.0 un cambio di passo rispetto al passato, essendo in atto un innalzamento di tutti gli standard».

Come si spiega che una piccola azienda sperduta nel Molise possa sfidare i giganti dell’auto con piani così ambiziosi? Alla base di tutto ci sono senza dubbio il coraggio e l’intraprendenza del fondatore Massimo Di Risio, che nel 2006 partì vendendo le auto nei supermercati e tentò di acquisire lo stabilimento Iribus di Valle Ufita e Fiat di Termini Imerese. Nessuna delle trattative andò in porto.

Ma, sia pure tra mille difficoltà, l’azienda ha resistito e, grazie soprattutto agli ottimi rapporti con la Cina (dopo l’accordo con Chery è arrivato quello con Jac Motors) è andata avanti, fino a ricomporre una rete di vendita con un’ottantina di concessionarie e 170 punti di assistenza, e a varare un piano di rinnovamento culminato negli annunci a raffica degli ultimi mesi. «Ci sono le condizioni per guardare al futuro con fiducia – dice Massimo Di Risio - anche se riteniamo che l’elettrico sia al momento destinato a soddisfare prevalentemente le esigenze di mobilità delle grandi metropoli. Per i volumi puntiamo molto sul resto della nostra gamma EVO e su quella DR, ovvero sui Suv alimentati a Gpl, che rappresentano a nostro avviso il miglior compromesso tra costo iniziale, costi di gestione e impatto ambientale».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero