Gozzi Mimì crede nella crescita: sede ampliata a Napoli e investimenti per l’export in Cina e in Europa

Un gozzo Mimì
NAPOLI - Da aziendina a conduzione familiare dedita a piccole costruzioni artigianali a realtà produttiva d’avanguardia, con una gamma di 18 modelli e una...

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NAPOLI - Da aziendina a conduzione familiare dedita a piccole costruzioni artigianali a realtà produttiva d’avanguardia, con una gamma di 18 modelli e una produzione attestata su oltre 100 unità l’anno (buona parte destinata all’export), frutto di collaborazione con l’Università Federico II di Napoli, con un designer emergente come Valerio Rivellini e di significativi investimenti sull’innovazione. E’ questa la realtà di Gozzi Mimì, cantiere napoletano specializzato nella costruzione di barche plananti in legno e vetroresina, di misura compresa tra 7 e 13,5 metri, open e cabinate, eredi delle storiche imbarcazioni dei maestri d’ascia sorrentini nate per la pesca e diventate – grazie al ruolo di apripista di Aprea – autentici cult della nautica da diporto.

Dopo 40 anni di silenziosa crescita, l’azienda fondata da Salvatore Senese e guidata oggi dal figlio Domenico (per tutti Mimì), ha annunciato l’intenzione di darsi una dimensione adeguata alla nuova realtà. Il cantiere ha investito dunque in nuove infrastrutture per aprirsi sempre più ai mercati internazionali. Già nei primi giorni del 2021 è stata inaugurata la nuova sede, con l’apertura di un capannone di 1.000 metri quadrati dedicato all’esposizione dei modelli, e di una palazzina di uffici.

“Questa crescita è una naturale evoluzione del percorso fin qui intrapreso, iniziato da mio padre Salvatore nel 1975 su uno spazio di soli 500 metri quadrati” dice l’attuale amministratore delegato Domenico Senese. “Negli anni – aggiunge - abbiamo continuato a ingrandirci e a riscuotere sempre maggiori consensi: grazie a questo trend positivo nel 2020 abbiamo aumentato il fatturato del 30% e nelle prime settimane del 2021 abbiamo già ricevuto molte richieste. L’attenzione si sta spostando soprattutto sui modelli più grandi − la barca più venduta in questo momento è il Libeccio 9.5 Walkaround – e sono arrivate molte richieste anche da parte di clienti stranieri, per cui stiamo studiando una strategia di espansione verso nuovi mercati”. Se finora l’export era rimasto circoscritto a Francia e Spagna, dal 2021 si punta dunque, per l’Europa, anche a Germania, Olanda e Croazia, e per l’Asia alla Cina, in forza di un accordo raggiunto con un dealer di Pechino.

“Abbiamo nominato nuovi dealer in questi Paesi – informa il cantiere – e contiamo di aumentare produzione e vendite già nel corso del 2021”. La produzione, al momento, è attestata su 100/120 unità l’anno, frutto del lavoro di 25 dipendenti diretti, che diventano una quarantina con le collaborazioni esterne.

Il core business del cantiere – vale la pena sottolinearlo – è la produzione di gozzi plananti, imbarcazioni in grado di coniugare al meglio tradizione e innovazione, realizzate, come detto, con la collaborazione di Valerio Rivellini per lo stile e, per lo studio dei processi di stampaggio e infusione sottovuoto, della facoltà d’ingegneria dell’Università Federico II di Napoli.

La tecnica produttiva prevede la progettazione in 3D, così come l’impiego di frese a controllo numerico sette assi. Gli scafi sono lavorati con l’infusione sottovuoto che, oltre a offrire molti vantaggi a livello di sicurezza ed emissioni, permette di realizzare un composito performante, con un peso ridotto, un corretto rapporto resina/fibra e uno spessore costante. “Questa tecnica – tiene a sottolineare Senese - viene continuamente aggiornata e migliorata, grazie ai risultati di una costante ricerca a cui partecipano Rivellini e gli esperti dell’Università”.

Il risultato di tutto ciò è una gamma di imbarcazioni caratterizzate da un design che richiama l’affascinante tradizione dei maestri d’ascia sorrentini (il recente Libeccio 8.5 Classic propone addirittura il timone a barra), ma nasconde un cuore iper-moderno e tecnologico, grazie al quale è possibile navigare ad andature sorprendenti, con consumi ridotti e in piena sicurezza.

Nei piani del cantiere c’è ora un nuovo gozzo, per il quale è stata già avviata la fase preliminare di lavorazione, che potrebbe arrivare entro la fine del 2021 per debuttare poi sul mercato del 2022. Si tratta della versione walkround del Libeccio 13,5, con il quale condividerà la carena, ma dal quale si distinguerà per la postazione di comando centrale.

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Il Messaggero