ROMA - In dieci anni calano i furti di auto nel nostro Paese ma cambiano le tecniche dei ladri, sempre più tecnologiche e specializzate. Allo stesso tempo diminuiscono...
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Il graduale calo del numero di furti degli ultimi anni (dai 166.215 del 2007 ai 108.090 dello scorso anno) si è accompagnato però a una più riduzione dei recuperi: oggi meno della metà dei veicoli rubati, infatti, fa ritorno ”a casa” e passate le 36 ore dal furto, le possibilità di rinvenire la vettura si riducono drasticamente. Boom, inoltre, dei cosiddetti furti parziali di componenti interne all’abitacolo che va di pari passo ad un altro fenomeno preoccupante: l’evoluzione delle tecniche di furto con i ladri che spesso seguono e addirittura superano le tecnologie previste delle case automobilistiche sul fronte della sicurezza.
Alle tradizionali tecniche “hardware based”, come rottura del finestrino, forzatura della serratura, furto delle chiavi in ristoranti e appartamenti, si sono infatti già da qualche anno affiancate tecniche e modalità criminali che utilizzano tecnologie innovative e meno rischiose. I dispositivi oggi più utilizzati per mettere a segno i “furti d’auto hi-tech” restano i cosiddetti “sistemi di ri-programmazione della chiave” che, attraverso la connessione alle porte OBD (diagnostica a bordo) del veicolo, consentono al ladro di ottenere una nuova chiave in meno di un minuto e in alcuni casi anche in meno di 15 secondi. Senza contare i device, su tutti jammer sempre più potenti, utilizzati per mettere fuori uso gli antifurto satellitari.
Il Messaggero