Fine dell'alleanza Volkswagen-Suzuki: i tedeschi “escono” dall'azienda giapponese

Da sinistra Porsche, Winterkorn, Suzuki e Piech ai tempi dell'accordo
LONDRA - Durava da oltre 4 anni e ora un tribunale arbitrale ha messo la parola fine. È la disputa che vedeva in campo Volkswagen e Suzuki sulla partnership, mai decollata, per...

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LONDRA - Durava da oltre 4 anni e ora un tribunale arbitrale ha messo la parola fine. È la disputa che vedeva in campo Volkswagen e Suzuki sulla partnership, mai decollata, per produrre auto “verdi”.


La richiesta di “sciogliere” l'alleanza era pervenuta da Suzuki e oggi il tribunale l'ha accolta. Ora il colosso tedesco dovrebbe vendere a quello giapponese il pacchetto del 19,9% di azioni in suo possesso, che viene valutato attorno 463 miliardi di yen, cioè 3,8 miliardi di dollari. Il valore del pacchetto, che Volkswagen aveva comprato da Suzuki nel 2010 per 222,5 miliardi di yen, è stato fissato in base alle quotazioni finali di ieri.

Ad incrinare i rapporti fra i due alleati ha contribuito la scelta, nel 2011, da parte di Suzuki di comprare i motori diesel da Fiat. Ora, sciolto il legame con Volkswagen, la casa nipponica potrà dedicarsi alla ricerca di un nuovo partner. Nonostante la decisione del tribunale però, la querelle non sembra ancora del tutto finita. Il gruppo con sede a Wolfsburg infatti obietta che la casa automobilistica giapponese avrebbe violato alcuni accordi stipulati fra le due parti e che ancora da stabilire è che vi sia la possibilità che il pacchetto azionario in suo possesso possa essere venduto a terzi. Riservandosi in questo senso di prendere una decisione.

Suzuki, che si è specializzata in automobili poco costose, sta perseguendo l'obiettivo di aumentare le entrate annuali di 3,7 miliardi di yen entro marzo 2020. È piccola rispetto a Volkswagen e altri competitors globali. L'obiettivo della partnership era quello di cooperare proprio in materia di piccole vetture a basso consumo, che potessero avere come sbocchi commerciali preminenti i mercati dei paesi con economie emergenti.

In pratica a Suzuki sarebbe stato consentito l'accesso alle tecnologie Volkswagen, che avrebbero quindi potuto entrare con maggiore forza su mercati vasti e in crescita dove Suzuki è saldamente presente, come per esempio quello indiano.


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Il Messaggero