Fiat, da oggi 300 neoassunti al lavoro A Melfi scene da viaggio della speranza

I nuovi assunti allo stabilimento di Melfi
Roma - Alessandro ha 19 anni. E' diplomato come perito informatico e abita a Borgo Mezzanone a 80 chilometri da Melfi dove lavorava in una salumeria. Stamattina si è...

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Roma - Alessandro ha 19 anni. E' diplomato come perito informatico e abita a Borgo Mezzanone a 80 chilometri da Melfi dove lavorava in una salumeria. Stamattina si è svegliato alle 3 e mezza per presentarsi ("Con due ore di anticipo per evitare problemi", dice) al suo nuovo posto di lavoro: alla Fiat di Melfi.

Alessandro è uno dei trecento ragazzi meridionali (in massima parte lucani e pugliesi) che dalle otto di oggi hanno cominciato a lavorare nella fabbrica lucana dove si assemblano due suv, la Jeep Renegade e la Fiat 500X, e la "vecchia" Fiat Punto. Per le prossime settimane i 300 frequenteranno un corso di formazione che consentirà loro di familiarizzare con il sistema produttivo della Fiat che si chiama World Class Manufacturing e con il sistema di misurazione e distribuzione del lavoro, l'Ergo-uas, che negli ultimi anni hanno trasformato una fabbrica flagellata dalla cassa integrazione in un gioiello dove si lavora tanto ma bene, senza la fatica sopportata dagli assunti nel 1993, quando la fabbrica fu aperta.

Le fotografie scattate stamattina davanti allo stabilimento somigliano moltissimo a quelle degli anni '60 quando i nonni di questi ragazzi emigravano a Torino per andare a lavorare in Fiat Mirafiori. A differenziare i due viaggi della speranza non è solo la collocazione geografica, perché quest'ultimo si svolge in un bellissimo angolo del Sud, ma anche per la diversa qualità del lavoro che i neoassunti andranno a svolgere.

I ragazzi, alcuni dei quali si sono presentati con i genitori, non sono operai senza qualificazione. Alcuni sono ingegneri. Ma tutti devono essere diplomati con un voto non inferiore a 85/100. La produzione di Renegade e 500X, modelli complessi e destinati a 100 mercati, richiede non solo una forte specializzazione ma anche un alto livello di condivisione e di proposta da parte dei dipendenti.


Entro marzo a Melfi arriveranno altri 700 giovani cui si aggiungono 350 dipendenti degli stabilimenti di Pomigliano e Cassino dove attualmente una parte dei dipendenti sono in cassaintegrazione o in contratto di solidarietà.


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Il Messaggero