I circa 90.000 lavoratori della Fiat Chrysler di Usa, Canada e Messico riceveranno nelle prossime settimane un premio di 2.750 dollari (circa 2.300 euro) calcolato sulla base...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La notizia è arrivata al termine della presentazione dei conti della ex Chrysler (oggi FCA Usa) che, pur essendo fusa dentro la Fiat Chrysler Automobiles globale guidata da Sergio Marchionne, mantiene tutt'ora una sua autonomia finanziaria e contrattuale.
Poiché anche i 62.000 dipendenti italiani di Fiat e CnhI (camion e trattori) stanno rinnovando il contratto, può essere utile sapere che in America il premio ai lavoratori è legato all'andamento dell'utile operativo (non di quello netto) delle aziende.
Nel 2014 la ex Chrysler ha realizzato un utile operativo di 3,5 miliardi di dollari (+10% sul 2013). E poiché ogni lavoratore guadagna un dollaro in più per ogni milione di utile operativo realizzato, il premio è cresciuto esattamente del 10%, ovvero della misura dell'aumento del profitto.
Una parte dei lavoratori FCA del Nord America andrà a guadagnare anche qualcosa di più perché gli stabilimenti che raggiungono determinati obiettivi fanno scattare un ulteriore premio di 1.000 dollari.
Va detto tuttavia che i premi riconosciuti da FCA sono più bassi di quelli di Ford e di GM, gli altri due giganti americani dell'auto, che hanno margini di profitto più alti. Quest'anno, ad esempio, ai dipendenti della Ford a marzo saranno versati mediamente 6.900 dollari. L'anno scorso - sulla base di un bilancio più florido - Ford assegnò premi molto più consistenti, nell'ordine medio di 8.800 dollari.
A completamento dello scenario sindacale dei lavoratori dell'auto americani va ricordato che quest'anno inizieranno le trattative per il rinnovo del contratto. E sempre quest'anno finirà il divieto di sciopero che era stato accettato dal sindacato unico americano, l'UAW (United Automotive Workers, nel pieno della crisi del 2009. Quell'anno il mercato crollò a meno di 10 milioni di nuove immatricolazioni (contro gli oltre 16 milioni del 2014), GM e Chrysler portarono i libri in tribunale, furono chiusi 28 stabilimenti e licenziate 88.000 persone.
Dal 2009 nelle fabbriche americane dell'auto una parte dei neoassunti - circa 40 mila - vengono pagati meno dei "vecchi" lavoratori sopravvissuti alla Grande Crisi del 2009. Questi ultimi guadagnano circa 28 dollari l'ora e gli altri meno di 20. Ma con il contratto di quest'anno sia le aziende che il sindacato si sono dette favorevoli al superamento grauale di questo ingiusto dualismo. Sarà interessante, anche per i colleghi europei, capire quale sarà il nuovo equilibrio salariale americano.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero