Ferrari, sognare il titolo mondiale si può: se Maranello cresce, Mercedes gira a vuoto

Sebastian Vettel e Kimi Raikkonen
È d'obbligo crederci. E, anche se le speranze sono pochine, Arrivabene e, soprattutto, Vettel ci proveranno fino in fondo. Statene certi. L'entusiasmo può dare una...

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È d'obbligo crederci. E, anche se le speranze sono pochine, Arrivabene e, soprattutto, Vettel ci proveranno fino in fondo. Statene certi. L'entusiasmo può dare una grande carica e, da questo punto di vista, Vettel è un fenomeno assoluto come sanno bene i ragazzi di Maranello che da Seb hanno dovuto incassare prodigiose rimonte negli anni del poker di fila griffato Red Bull. Il tedesco nella notte di Singapore non ha scartato certo l'opportunità: se ci sarà uno spiraglio lui si infilerà senza mollare un millimetro.


Passando dal piano emozionale a quello più razionale, le cose si complicano un filo, ma anche in questo caso l'impresa non è fantascienza. Da un lato c'è il Cavallino che cresce, ormai con continuità. Dall'altro la Mercedes che, in un solo weekend, ha dimostrato come si può perdere completamente la bussola e rimanere dietro a monoposto che finora sembravano inchiodate. Fra soli tre giorni a Suzuka scatterà la prova della verità. Quello non è un circuito cittadino che esalta l'incoscienza e l'abilità del pilota, è l'università della velocità al pari di Spa dove il coraggio e il talento contano poco o nulla se non hai il bolide adeguato.

L'UNIVERSITÀ DI SUZUKA
Curvoni veloci, lunghi rettilinei, variazioni altimetriche l'auto che vince a Suzuka ha bisogno di motore, aerodinamica, telaio e freni. Serve un mix perfetto e la Mercedes vista in questi ultimi due anni sembra difficile possa fallire. Quanto accaduto a Singapore, però, rimescola le carte e il Cavallino si ritrova in mano due assi imprevisti: la nuova power unit di Stoccarda sembra l'esatto opposto delle precedenti (potentissime e indistruttibili) e il team messo sotto pressione è andato in tilt.

A Monza era già successo nelle qualifiche che il cedimento del nuovo cuore montato sulla Freccia di Rosberg avesse fatto venire il “braccino” anche a Lewis. Timori poi svaniti in gara con un ritmo insostenibile per gli avversari. Ma a Singapore i problemi non sono svaniti, anzi si sono accentuati. Rosberg non ha potuto usare il propulsore andato in tilt nel Parco, non «c'erano sufficienti garanzie». Prima del via Toto Wolff annunciava che su entrambe le Stelle c'erano problemi elettronici, timori confermati in gara con il repentino e non risolvibile calo di potenza.

PROBLEMA AFFIDABILITÀ

Affrontare le ultime sei gare con delle power unit in questo stato di forma può creare parecchia agitazione ad una squadra abituata a lavorare con un margine di sicurezza. Nelle ultime due gare, il team Mercedes ha due zeri in pagella (out Nico a Monza e Lewis a Singapore), mentre Vettel non ha preso punti solo a Spa per l'esplosione del pneumatico. Sebastian deve recuperare 49 punti a Lewis per il titolo, ma il secondo posto di Rosberg è a sole 8 lunghezze ed infilarsi fra i due a fine stagione sarebbe un grande trionfo, un trampolino di lancio formidabile per mettere nell'angolino la Mercedes nel 2016. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero