Ferrari, podio in lutto. Hamilton domina in Ungheria e allunga nel Mondiale: +23 su Vettel, arrivato 2°

Il podio del GP d'Ungheria
BUDAPEST - Dopo il trionfo in casa dei rivali a Silverstone, due gare da dimenticare. Sia ad Hockenheim che all’Hungaroring la Ferrari era la monoposto più in forma,...

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BUDAPEST - Dopo il trionfo in casa dei rivali a Silverstone, due gare da dimenticare. Sia ad Hockenheim che all’Hungaroring la Ferrari era la monoposto più in forma, ma non è riuscita a vincere e l’infallibile Lewis Hamilton si è portato a casa una preziosa doppietta allungando in classifica mondiale prima delle vacanze estive. Il Gran Premio d’Ungheria lo vince la Mercedes del campione del mondo britannico precedendo le due Rosse di Vettel e Raikkonen che sono riuscite a salire sul podio. Con il trionfo di Budapest (il 67° della sua carriera), l’inglese porta il suo vantaggio nella generale a 24 punti (213 a 189), mentre nella graduatoria Costruttori le lunghezze di margine di Stoccarda nei confronti di Maranello salgono a 10 (345 a 335). Come era avvenuto in Germania, a rovinare la festa del Cavallino, che l’anno scorso su questo tracciato aveva fatto doppietta, è stata la pioggia. La FW09 scalda di più le gomme rispetto alla SF71H e, se questo può essere un problema con le temperature elevate, sull’asfalto bagnato diventa un vantaggio.


Così nelle qualifiche inzuppate le Stelle si sono prese tutta la prima fila, un uno-due che con l’asciutto sembrava nella cassaforte Ferrari. Lì è iniziata la vittoria della corazzata tedesca perché, l’Hungaroring, si sa, è un tracciato dove è quasi impossibile effettuare sorpassi, qualcosa di molto simile a Montecarlo. Per questo, per non rischiare di farsi passare in partenza, il team tedesco ha schierato entrambe le sue monoposto con le ultrasoft, gli pneumatici più morbidi fra quelli disponibili, in modo da avere la massima aderenza allo spegnimento del semaforo. La Scuderia italiana, dovendo recuperare, sparigliava le strategie schierando Vettel con le gialle soft. Al via le Frecce scattavano bene e riuscivano a tenersi dietro le due Rosse. Nonostante le Pirelli più dure, Sebastian passava all’esterno Kimi in curva 2 e andava a prendersi il podio virtuale.

Dall’inizio Bottas ha dato l’impressione di fare gioco di squadra per consentire a Lewis di agguantare la quinta vittoria stagionale (anche Seb era a quota 4). Hamilton fuggiva via, Valtteri teneva a bada Sebastian e Kimi che forse potevano andare più forte. Il muretto del Cavallino intuiva che bisognava cercare di rompere il blocco e già al 15° giro richiamava il finlandese per il pit stop.

La Stella rispondeva immediatamente per non perdere la posizione e faceva rientrare ai box il suo finlandese. Entrambi tornavano in pista con le gialle soft. Gomme che Vettel aveva già in partenza e che dovevano spingerlo più avanti possibile per poi tentare l’assalto finale con le ultrasoft. Hamilton guidava bene, veloce e pulito, e, con il pieno di benzina, riusciva a far durare le sue ultrasoft per 25 giri. Bottas con le gialle sembrava non graffiare e si faceva avvicinare da Kimi; in realtà aveva impostato il suo passo per risparmiare le coperture il più possibile e conservare un vantaggio per stare davanti a Sebastian quando avrebbe effettuato la sua sosta.
Operazione perfettamente riuscita al 40° giro, complici due tozrnate da qualifica di Valtteri prima del cambio gomme di Seb e un pit stop della Rossa non proprio da record. A quel punto la gara era finita, almeno per la prima posizione.


A meno di 20 giri dalla bandiera a scacchi Lewis galoppava in solitaria, mentre Valtteri con una gran guida marcava Sebastian che veniva raggiunto da Kimi nonostante il finlandese si fosse fermato ai box una seconda volta. Il sorpasso sembrava impossibile e la doppietta Mercedes molto probabile poiché quando Vettel si avvicinava perdeva efficienza ed era costretto a rinunciare. A 5 giri dalla fine l’attacco decisivo è andato in porto e Bottas ci ha rimesso pure l’ala anteriore lasciando strada anche a Raikkonen. Nel finale, con una vettura danneggiata, la seconda Mercedes doveva lasciare strada a Ricciardo in grande rimonta, ma solo dopo un duro contatto con la Red Bull. Sesto Gasly, quindi Magnussen, Alonso, Sainz e Grosjean.
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Il Messaggero